Il V-Day tra successo, polemiche e disinformazione

di Redazione

Uno striscione al V-Day in Piazza Maggiore, a Bologna“AAA…cercasi disperatamente ragioni”. Si potrebbero sintetizzare così i tanti commenti negativi sorti intorno al grande successo ottenuto dal comico genovese Beppe Grillo con il suo V-Day.

300mila persone hanno dato ragione all’iniziativa del comico, dando un sostegno personale affinché si avvii la “pulizia del Palazzo”. Tutti i politici hanno aperto una discussione cercando in tutti i modi di screditare l’evento che, per molti era improbabile, invece, si è rivelato un grande successo di democrazia, mettendo un veto sulla politica Italiana. Ormai i cittadini italiani sono stanchi di questa classe dirigente, vogliono un cambiamento, non tanto per gusto, ma per risolvere i problemi che assillano il Paese tutti i giorni. Problemi che l’attuale classe dirigente sta trascurando e sottovalutando. Ormai la politica si nasconde dietro all’antipolitica come male della democrazia. Ebbene questa sintesi non va più bene, l’antipolitica è il bene della politica. I tanti commenti negativi che girano intorno alla classe dirigente, “legittimi” in un paese democratico dove c’è libertà di espressione e di opinione, non sono un danno per la democrazia. Anzi, sviluppano una riflessione che induce a cambiare le regole, trovandone delle migliori per il bene della democrazia.

I quesiti posti dal V- Day sono il segnale che i cittadini inviano alla classe dirigente già da molto tempo. Che il popolo non vuole i politici condannati in Parlamento questo è un dato emerso sin dai tempi di tangentopoli. Il fatto che i cittadini non vogliano la politica a vita, anche questa è una richiesta che fanno da una eternità, “mai ascoltata”. Infine, il candidato vuole sceglierlo il popolo, ebbene, anche questo è un diritto democratico del cittadino tolto con l’ultima legge elettorale. Punti che se un giorno verranno convertiti in legge, cambieranno definitivamente la politica nostrana, soprattutto daranno un ricambio continuo della classe dirigente, dando maggiore democrazia e libertà di scelta.

La legge elettorale fatta dal governo Berlusconi ha tolto al cittadino il modo di essere la parte fondante della democrazia, togliendogli, appunto, la libertà di scelta. Un errore più grande di così non poteva essere commesso. Sapete quanti parlamentari oggi non sarebbero sugli scranni del Parlamento per il semplice fatto che la gente non li avrebbe votati? Invece, beatamente, sono lì perché una legge elettorale ha imposto “liste bloccate”, impedendo di dare la preferenza ad un candidato, costringendo a dare il voto solo al partito.

Allora perché si vuole a tutti i costi mettere in cattiva luce quello che il comico genovese sta facendo per dare voce e ragione ai cittadini? Nessun telegiornale nazionale ha riportato un servizio sull’evento dell’otto settembre, se questa si può chiamare democrazia, allora della democrazia non abbiamo capito niente. Perché i telegiornali del servizio pubblico, pagati con il canone Rai dai cittadini italiani, non hanno dato risalto alla notizia? Perché, invece, dei grandi appuntamenti messi in piedi dai colossi della politica se ne parla per giorni? Vedi Primarie per l’elezione di Prodi, manifestazione del Family Day, oppure la manifestazione del centrodestra in piazza San Giovanni a Roma. Perché quello che colpisce direttamente la classe politica non si deve sapere? Volete vedere che scalpore ci sarà intorno alle Primarie del 14 ottobre per la costituente del PD? Tutti i telegiornali e le maggiori trasmissioni politiche ne faranno un evento televisivo per lunghe settimane, riempiendoci le scatole fino all’esasperazione. Il servizio pubblico è di tutti, soprattutto dei cittadini, non è solo un mezzo per far parlare la classe politica, deve essere usato principalmente per far parlare ed informare i cittadini.

Un elogio è d’obbligo per il ministro Antonio Di Pietro, che ha appoggiato l’iniziativa, difendendola da attacchi ingiustificati da parte dei suoi colleghi. L’ex magistrato sta dimostrando di avere interesse soltanto a fare bene il compito che gli è stato conferito dagli elettori, prendendo le distanze da molte leggi emanate dal Parlamento, come l’indulto. Così come ha fatto anche An, confermandosi vicino alla gente, guardando in faccia ai problemi della gente. Una lezione di moralità politica che dovrebbe essere presa come insegnamento da tutti i politici.

Stare al fianco della gente deve essere l’unico scopo, il resto fa parte di un sistema che ha confuso il valore vero della politica e di fare politica.

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