Bassolino: giudizio si, giudizio no

di Redazione

Antonio BassolinoNAPOLI. Dopo dieci mesi di tentennamenti tra la complessità delle indagini nonché tra le difficoltà incontrate per far fronte all’emergenza rifiuti che da più di un decennio attanaglia la Campania, la Procura di Napoli ha sciolto la prima riserva circa l’esito delle indagini preliminari.

Ipm Noviello e Sirleo hanno formulato richiesta di rinvio a giudizio a carico dei ventinove indagati per la gestione rifiuti in Campania. Tra questi figura anche il nome del Governatore Antonio Bassolino, con l’ipotesi di compartecipazione alla truffa ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture.

Bassolino, tuttavia, risponderebbe al momento non di reati propri, bensì della violazioni della Fibe (controllata dalla Impregilo) affidataria dell’appalto per lo smaltimento rifiuti contratto nel 1998 con la Regione Campania, durante la fallimentare ex giunta Rastrelli (dimissionario in seguito ad infiltrazioni camorristiche proprio in quell’anno), e risolto successivamente dalla Giunta Bassolino.

La Fibe avrebbe, secondo la pubblica accusa, aggravato l’emergenza e attuato truffa ai danni dello Stato e frode di pubbliche forniture: questo quanto si evince dall’ordinanza del gip Rosanna Saraceno che interdice la società in esame dal contrarre con la Pubblica Amministrazione per un anno, sequestrando alla medesima la somma di 750mila euro. Bassolino, allora commissario straordinario della gestione rifiuti, sempre secondo la pubblica accusa, avrebbe omesso di controllare le violazioni della Fibe, ma la complessità della struttura del commissariato dovrebbe escludere una tale responsabilità in merito: la firma degli atti, cavillo basilare che giustifica la richiesta di rinvio a giudizio, fu dovuta all’epoca per aver ottenuto il visto giuridico dell’avvocato Enrico Soprano.

 La richiesta dei pm è avvenuta, inoltre, nell’ultimo giorno lavorativo, in maniera forse un pò affrettata, in modo da poter chiudere quanto prima l’esito delle indagini preliminari ed evitare il rischio della scadenza del termini con conseguente pericolo di prescrizione, quale avrebbe fatto cadere nel nulla circa un anno di complesse indagini. Evidente che la Procura abbia deciso di lasciare l’onere della decisione circa il dibattimento al giudice dell’udienza preliminare individuato nella persona di Alberto Vecchione.

Da sottolineare che a carico del Presidente della Giunta Regionale, nonché degli altri ventotto indagati, finora non grava alcuna accusa certa, né alcuna imminenza del processo. Tale eventualità sarà decisa solo dal gup in autunno.

Niente allarmismi per ora, data l’incertezza della vicenda: il Governatore si dice tranquillo ma amareggiato e continua ad incassare solidarietà e fiducia dagli esponenti di governo: dal Ministro degli Esteri Massimo D’Alema, al segretario del partito Democratico Piero Fassino, al prossimo candidato premier Walter Veltroni che non rinnegano la stima nei confronti dell’ex ministro del Lavoro. Sostegni arrivano anche da Gennaro Migliore, segretario della Cisl.

Poche le voci fuori dal coro che chiedono le dimissioni del Governatore della Campania: Maurizio Gasparri di An (quest’ultimo, a sua volta sotto processo per diffamazione aggravata ai danni del magistrato Woodkock) e Francesco Saverio Caruso di Rifondazione Comunista (reduce da due precedenti penali per rapina e resistenza al pubblico ufficiale).

Bassolino, proprio pochi giorni fa ha incassato il plauso dell’Unione Europea per voce del commissariato alle politiche regionali, Danuta Hubner, in seguito al progetto sulla metropolitana regionale definita tra le più prestigiose d’Europa. Riconoscimenti di grande rilievo sono arrivati al Governatore anche dall’ex Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton e dal principe Alberto di Monaco, in visita al Madre, Museo d’Arte di Donnaregina che continua richiamare turisti e personaggi di spicco da tutto il mondo.

Il problema rifiuti resta una piaga della Campania (non dicesi parimenti per i Comuni che attuano la raccolta differenziata), commissariata in questo settore da quattrordici anni (sette anni prima dell’avvento di Bassolino alla Regione), e reduce da innumerevoli sprechi che affondano le loro radici da circa un ventennio.

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