Tagli ai costi della politica, Governo vara ddl

di Redazione

Il ministro Giulio SantagataROMA. In tempo di austerity, il “tirare la cinghia” investe non solo i cittadini, ma pare anche i politici. Dopo il clamore suscitato dal libro di Stella e Rizzo (“La casta”) in cui sono citate cifre da capogiro per il costo della politica, il governo muove un primo passo.

La direzione è quella: predicare bene e (cercare di) razzolare allo stesso modo. Dopo una serrata trattativa, è stato approvato il ddl sui tagli alla politica, a firma del ministro per l’Attuazione del Programma Giulio Santagata. Le riduzioni investiranno il numero dei dicasteri (potranno essere al massimo 12, a partire dalla prossima legislatura, però), le cosiddette “auto blu” e i telefonini per i parlamentari; si prevede, inoltre, la fissazione di un tetto massimo per le indennità dei manager pubblici, la riduzione degli organici dei c.d.a.; il taglio corposo di benefit e il divieto di cumulo degli stipendi. Il numero dei consiglieri provinciali e comunale sarà ridotto del 20%, mentre quello dei consiglieri regionali sarà proporzionato al numero degli abitanti. Ci sarà, ancora, una regolamentazione della definizione di “comunità montana”: il tetto minimo sarà 500 metri per l’Appennino e 600 Palazzo Chigiper il resto, come spiega Linda Lanzillotta, ministro per gli affari regionali. “Introduciamo una nozione di montanità che porta la montagna a un livello minimo di 600 metri- dice Lanzillotta – per cui il comune deve avere l’80 per cento del territorio ad un’altitudine superiore a 600 metri” oppure con “un dislivello di almeno seicento metri”. Importante novità, questa: le comunità montane saranno ridotte del 30%, in controtendenza alla loro proliferazione (alcune zone usufruivano dei fondi per le comunità montane sebbene si trovassero al livello del mare!). Insomma, una bella sterzata che dovrebbe far risparmiare allo Stato qualcosa come 1,3 miliardi di euro. Ma l’effettiva applicazione delle disposizioni sarà vigilata da una cabina di regia. Molti tagli, infatti, riguardano gli enti locali i quali, come si sa, godono di una certa autonomia nella gestione di talune aree economiche.

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