Rosy Bindi si candida alla guida del Partito Democratico

di Antonio Taglialatela

Rosy BindiROMA. Walter Veltroni trova due sfidanti per la corsa alla guida del nuovo Partito Democratico. Dopo l’annuncio di Furio Colombo, senatore dell’Ulivo ed ex direttore dell’Unità, ora scende in campo anche il ministro della Famiglia Rosy Bindi.

Una candidatura che, come afferma la stessa Bindi, nasce per “dare un’opportunità alle donne” per contribuire ad “una competizione vera, che favorisca il confronto delle idee e porti alla luce le differenze e la ricchezza culturale del partito nuovo”. “Anch’io, – spiega ancora il ministro – come tanti, sento la responsabilità di un impegno in prima persona. Ho riflettuto a lungo sul contributo che avrei potuto dare a questa straordinaria opportunità per la politica e il Paese. Sono ormai convinta che la scelta più giusta e più utile sia quella di presentare la mia autonoma candidatura alla segreteria del nuovo partito. Le donne non possono più aspettare, è il momento di far contare il peso e l’autorevolezza di straordinarie energie femminili presenti nella vita sociale, economica, culturale del Paese”. Per la Bindi vi è il bisogno di dar vita ad un “bipolarismo maturo, senza Walter Veltroniambiguità e tatticismi nella politica delle alleanze, cogliendo fino in fondo la sfida di una nuova laicità”. Se sarà eletta, ci tiene a precisare il ministro, rinuncerà “a qualunque altro incarico”, per un impegno quotidiano e a tempo pieno. Intanto, Veltroni commenta: “Mi fa piacere che Rosy Bindi abbia deciso di candidarsi: è una donna che stimo, alla quale mi lega, da anni, una sincera amicizia e sintonia politica. Come quella di Colombo, la candidatura del ministro Bindi arricchisce e qualifica la grande e inedita pagina di democrazia politica rappresentata dalle elezioni primarie del 14 ottobre”. La settimana scorsa, il presidente del Consiglio Romano Prodi, in una lettera, ha detto che c’è spazio per nuove candidature alla leadership del partito democratico, dopo quella del sindaco di Roma Veltroni, che alla fine di giugno ha sciolto le riserve e si è proposto per la segreteria. Il ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani lunedì scorso ha invece annunciato che non si candiderà alla guida del partito per evitare di disorientare i simpatizzanti della nuova forza di centrosinistra.

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