Mondragone, chiuse indagini sul caso Bonuglia: tra i 26 indagati anche due carabinieri

di Redazione

Mondragone (Caserta) – Si è chiusa nei giorni scorsi la fase preliminare dell’inchiesta sulla gestione del comando di Polizia municipale di Mondragone negli anni in cui alla guida c’era David Bonuglia, 63 anni, originario di Olevano Romano. Proprio l’ex comandante è stato al centro delle verifiche condotte dai carabinieri, culminate a giugno col suo arresto ai domiciliari e, circa due settimane fa, nel decreto di giudizio immediato. La prima udienza è fissata al prossimo 13 gennaio.

La chiusura dell’inchiesta – Parallelamente al percorso già avviato nei confronti di Bonuglia, nel frattempo sottoposto a obbligo di dimora, la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha notificato l’atto di chiusura delle indagini agli altri 25 indagati, tutti a piede libero. Il totale sale così a 26 persone coinvolte. Rispetto al primo elenco depositato mesi fa compaiono cinque nuovi nomi. Tra questi spiccano due carabinieri, Fabrizio De Battista, comandante della locale stazione, e Fulvio Alfonso Tramparulo: secondo l’ipotesi accusatoria, tutta da verificare, avrebbero rivelato atti riservati a una dipendente del comando di Polizia municipale, che li avrebbe poi riferiti a Bonuglia. Al centro della vicenda c’è la denuncia presentata dall’ex comandante Antonio Di Nardo, dalla quale è partita la ricostruzione delle presunte irregolarità interne al corpo.

Il ruolo dell’ex comandante – Nel quadro tracciato dagli inquirenti, Bonuglia resta la figura chiave: le contestazioni riguardano la gestione del personale, dei mezzi e degli spazi del comando, fino alla trasformazione di una parte dei locali in un alloggio privato che l’ex comandante avrebbe utilizzato a uso abitativo. Nel mirino anche l’uso, ritenuto illecito, delle auto di servizio per finalità personali e non istituzionali. Questi elementi si intrecciano con le contestazioni mosse ai due carabinieri indagati per la presunta rivelazione di informazioni coperte da riservatezza a beneficio di una dipendente vicina al comandante.

Gli altri indagati – Accanto a Bonuglia e ai due militari dell’Arma, risultano indagate altre 23 persone, tra amministratori locali, dipendenti comunali, imprenditori e privati cittadini. Le ipotesi di reato spaziano dalle lesioni al falso, dalla calunnia alla concussione, fino al peculato e all’abuso edilizio. Il cuore dell’inchiesta resta la gestione del comando, ma il fascicolo si è progressivamente allargato a una serie di episodi che, secondo la procura, avrebbero coinvolto più livelli dell’amministrazione comunale e soggetti esterni.

L’appalto per gli attraversamenti pedonali – Un filone specifico riguarda l’appalto, datato aprile 2021, per la realizzazione di sei attraversamenti pedonali. Secondo l’accusa, l’allora consigliere comunale e oggi vicesindaco Armando Marco Pacifico avrebbe indirizzato Bonuglia verso la ditta di un imprenditore per la messa in opera di alcuni dossi. Quest’ultimo, sempre secondo la ricostruzione della procura, avrebbe ricambiato con la fornitura di una cucina destinata all’alloggio privato ricavato all’interno del comando, mentre al tempo stesso Bonuglia avrebbe affidato all’impresa lavori per circa 82mila euro. In questo filone compare tra gli indagati anche l’ex sindaco Virgilio Pacifico.

Il quadro giudiziario – Con la chiusura delle indagini, il lavoro degli inquirenti sulla gestione del comando di Polizia municipale entra in una nuova fase, che dovrà chiarire in sede giudiziaria la fondatezza delle accuse e le eventuali responsabilità dei singoli. Per tutti gli indagati vale fino a sentenze definitive la presunzione di innocenza.

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