Francia, Lecornu lascia dopo 27 giorni: la sinistra punta alla destituzione di Macron

di Redazione

Ventisette giorni e una resa dei conti lampo: Sébastien Lecornu ha rassegnato le dimissioni nelle mani del presidente Emmanuel Macron, che le ha accettate. L’Eliseo lo ha comunicato ufficialmente, certificando il mandato più breve della Quinta Repubblica. «Non c’erano le condizioni per restare primo ministro».

Le dimissioni e il record – Nominato il 9 settembre, Lecornu è finito nel mirino dell’opposizione e della destra dopo aver anticipato domenica sera parte della squadra di governo. Martedì avrebbe dovuto presentare la dichiarazione di politica generale all’Assemblea nazionale, ma il passaggio non ci sarà: uscendo da Matignon, ha parlato di un compito «difficile», soprattutto «in questo momento», denunciando l’atteggiamento «partigiano» di alcuni partiti e ammettendo che la composizione del governo «non è stata fluida». Lecornu non aveva la maggioranza per blindare la Manovra di fine mese e ha riconosciuto l’impossibilità di governare: «Non c’erano più le condizioni per governare».

Le reazioni della destra – Il leader dei Repubblicani Bruno Retailleau, confermato all’Interno, aveva già gelato l’esecutivo: «La composizione del governo non riflette la rottura promessa». Dopo l’annuncio delle dimissioni, il presidente del Rassemblement National Jordan Bardella ha chiesto lo scioglimento dell’Assemblea nazionale: «Indubbiamente il premier provvisorio non aveva margini di manovra». E ancora: «Non ci può essere una stabilità ritrovata senza un ritorno alle urne». Il RN, ha assicurato Bardella, è «pronto a governare». Sulla stessa linea la capogruppo RN Marine Le Pen: «Siamo alla fine del cammino. Domani non sarà meglio. Siamo in fondo alla barzelletta, la farsa è durata abbastanza», l’appello è a elezioni anticipate.

La sinistra punta a destituzione di Macron – La France Insoumise alza l’asticella. Il leader Jean-Luc Mélenchon chiede «l’esame immediato» della mozione di destituzione del presidente depositata da 104 deputati. Dal fronte progressista arrivano altre bordate: per Mathilde Panot «Macron deve andarsene», mentre il socialista Arthur Delaporte parla di «caos politico» generato da un governo «di breve durata». Dall’altra parte, il leader di Rinascita ed ex premier Gabriel Attal condanna lo spettacolo «deplorevole» offerto dall’intero arco politico.

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