Scandalo urbanistica a Milano, indagato anche il sindaco Beppe Sala

di Redazione

Il nome del sindaco Beppe Sala compare tra quelli degli indagati nell’inchiesta sull’urbanistica che scuote Palazzo Marino. A riportarlo è Il Corriere della Sera, che indica due ipotesi di reato a suo carico: false dichiarazioni e induzione indebita. “Allucinante apprendere dai giornali di essere indagato”, ha commentato il primo cittadino, respingendo con fermezza ogni accusa.

Un sistema parallelo per le pratiche edilizie – L’indagine, che coinvolge 74 persone tra amministratori, architetti e imprenditori, ha già portato a sei richieste di arresti. La Procura di Milano ipotizza l’esistenza di un sistema parallelo per la gestione delle pratiche edilizie in città, fatto di favori, pressioni istituzionali e pareri favorevoli ottenuti con modalità definite dai magistrati “distorte”. Le accuse spaziano dalla corruzione al falso, dall’abuso edilizio alla lottizzazione abusiva, fino all’induzione indebita.

Le contestazioni al sindaco – Le accuse rivolte a Beppe Sala riguardano due episodi chiave. Il primo è legato a presunte false dichiarazioni sulla nomina di Giuseppe Marinoni alla presidenza della Commissione Paesaggio: il sindaco avrebbe attestato l’assenza di conflitti di interesse pur essendone a conoscenza. Il secondo capo di imputazione riguarda un’ipotetica induzione indebita per ottenere un parere favorevole sul progetto noto come Pirellino, in collaborazione con l’assessore Giancarlo Tancredi e l’architetto Stefano Boeri. Secondo la Procura, Sala avrebbe offerto una copertura istituzionale all’operazione.

La replica di Sala: “Nessun conflitto, mai avuto contatti” – Il sindaco ha negato ogni addebito: “Allucinante apprendere da un giornale di essere indagato… non ho mai avuto il numero di Marinoni”, ha dichiarato. Ha sottolineato come la composizione della Commissione Paesaggio sia gestita da un’apposita struttura del Comune e che il rapporto con il sindaco sia “praticamente nullo”. Sul progetto Pirellino ha aggiunto: “Lo abbiamo venduto nel 2019 e siamo ancora fermi. Sono passati sei anni e i lavori non sono mai partiti. Altro che induzione, è stata una continua discussione perché non abbiamo mai trovato un accordo su quello che potevano fare”.

Le intercettazioni e il “Pgt ombra” – Dagli atti emergono chat, email e messaggi WhatsApp che parlano di un cosiddetto “Pgt ombra”, un piano urbanistico parallelo a quello ufficiale per agevolare interventi immobiliari non sempre in linea con la normativa. In un messaggio del 23 maggio 2023, Marinoni scriveva: “Stiamo attuando un Pgt ombra e con alte parcelle”. Un altro messaggio dell’assessore Tancredi recita: “Avremo lavori per il prossimo lustro”. Per la Procura, questi contenuti confermano un rapporto stretto tra i protagonisti dell’inchiesta e i vertici comunali, compreso il sindaco.

Il caso Pirellino – Il progetto del Pirellino, l’ex sede dei Servizi Tecnici Comunali in via Melchiorre Gioia, è al centro delle presunte distorsioni. La Torre Botanica, firmata da Stefano Boeri, aveva ricevuto un iniziale parere negativo dalla Commissione Paesaggio. Tuttavia, secondo gli inquirenti, Boeri avrebbe scritto direttamente a Sala: “Bisogna che Beppe convochi Marinoni… io ho sentito anche Beppe”. Il giorno successivo, la Commissione avrebbe emesso un parere favorevole condizionato, sbloccando di fatto l’iter. La Procura vede in questa sequenza la prova di pressioni coordinate per ottenere approvazioni urbanistiche.

I protagonisti dell’inchiesta – Oltre a Sala, figurano tra gli indagati l’assessore Giancarlo Tancredi, il presidente della Commissione Paesaggio Giuseppe Marinoni, l’architetto Stefano Boeri, l’imprenditore Manfredi Catella e altri professionisti come Alessandro Scandurra, Andrea Bezziccheri e Federico Pella. Tutti sono accusati, a vario titolo, di aver favorito un sistema che avrebbe privilegiato interessi immobiliari privati a scapito della trasparenza amministrativa.

Un’inchiesta che scuote Milano – Coordinata dal pool dell’aggiunta Tiziana Siciliano, l’indagine ha già portato a sei richieste di misure cautelari. Per Tancredi e Catella sono stati chiesti i domiciliari, mentre per altri quattro indagati è stato richiesto il carcere.

Le reazioni politiche – La notizia ha acceso il dibattito politico. Il centrodestra ha chiesto le dimissioni immediate di Beppe Sala, definendo “inaccettabile” il quadro emerso e sostenendo che la giunta abbia perso credibilità. Il Partito Democratico e i sostenitori del sindaco, invece, invitano ad attendere gli sviluppi giudiziari prima di trarre conclusioni. Gli interrogatori sono fissati per il 23 luglio, quando il giudice per le indagini preliminari deciderà sulle misure cautelari: una data che potrebbe segnare un punto di svolta per l’amministrazione comunale e l’assetto politico della città.

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