Un sequestro preventivo da circa 1,7 milioni di euro è stato eseguito dai militari della Guardia di Finanza di Pistoia e dall’aliquota di Polizia Giudiziaria del Corpo presso la Procura della Repubblica. Il provvedimento, emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pistoia, riguarda l’allora dirigenza – di fatto e di diritto – della Us Pistoiese 1921, nell’ambito di un’inchiesta partita dalla liquidazione giudiziale del club, avviata lo scorso anno su richiesta della Procura.
Cinque le persone indagate per i reati ipotizzati di bancarotta fraudolenta, emissione e utilizzo di fatture false, compensazione di crediti fiscali inesistenti e appropriazione indebita. Si tratta di due imprenditori e due professionisti, tutti di origine campana, e di una “testa di legno” albanese che avrebbe fatto da prestanome nell’operazione. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, attraverso acquisizioni documentali, escussioni testimoniali e approfonditi accertamenti economico-patrimoniali, sarebbe stato messo in piedi un complesso sistema di frode ai danni della storica società calcistica.
La Pistoiese, dopo un decennio sotto la stessa gestione, aveva cambiato dirigenza con il passaggio a un imprenditore tedesco e successivamente a una società di diritto inglese. Dietro quest’ultima, secondo la Guardia di Finanza, operava Maurizio De Simone, imprenditore campano già noto per precedenti esperienze con Avellino calcio e Trapani calcio. De Simone sarebbe stato affiancato da due professionisti, padre e figlio, rispettivamente un commercialista di 70 anni e un avvocato di 41, anch’essi in passato attivi nel mondo del calcio.
Le indagini hanno portato alla luce operazioni finanziarie irregolari: circa 900mila euro di costi mai sostenuti attraverso fatture false, emesse da una società gestita da un quinto soggetto, anch’egli di origini campane. Le fatture gonfiate, camuffate da contratti di sponsorizzazione, sarebbero state pagate con la cessione di circa 500mila euro di crediti d’imposta fittizi. Contestata anche l’esposizione in bilancio di perdite inferiori a quelle reali, la distrazione di somme societarie indebitamente percepite come compensi e l’appropriazione di autovetture in danno di una società di leasing, già in uso alla squadra di calcio. Nella giornata odierna, 16 luglio, i finanzieri hanno dato esecuzione a perquisizioni domiciliari e sequestri di beni mobili e immobili per un valore complessivo di circa 1,7 milioni di euro.