Napoli, spari alla Sanità. Saviano accusa: “Lo Stato protegge le paranze”

di Redazione

“Se facessi un appello allo Stato sarebbe fiato sprecato. Sì, sprecato perché è evidente che lo Stato (fanno eccezione quei magistrati e le forze dell’ordine che lavorano con scarsi mezzi e che sono unica ancora di salvezza in un mare di indifferenza) non ha alcuna volontà di aiutare il rione Sanità, è evidente che lo Stato nella sua inerzia è connivente. È evidente che lo Stato, nella sua inerzia, è il protettore occulto non certo dei cittadini, ma delle paranze che sparano, spaventano e uccidono”.

Così Roberto Saviano commenta l’ennesima “stesa” compiuta a Napoli, nella mattinata di giovedì, al Rione Sanità, dove i proiettili dei sicari della camorra hanno centrato la vetrina della rinomata pasticceria “Poppella”, nota per il suo dolce “fiocco di neve” (guarda articolo e video).

In un posto pubblicato sul suo profilo Fb, l’autore di “Gomorra”, già reduce da un duro scontro a distanza col sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, proprio sull’escalation della criminalità nel capoluogo campano (leggi qui), riflette: “Questa mattina, ore 7.30, a Napoli, al rione Sanità, c’è stata l’ennesima stesa. Obiettivo: la Pasticceria Poppella, nota ormai in tutta la città per aver creato un dolce buonissimo, il fiocco di neve. Pasta di pane dolce e soffice, panna, ricotta e zucchero a velo: candore, bontà. Un gioiello della pasticceria contemporanea. La Sanità in genere non rientra nei percorsi turistici, solo per volontà di pochi, lì si svolgono attività che portano la cittadinanza a occupare attivamente un territorio che invece è tornato nelle mani della criminalità organizzata che tutto vede, tutto gestisce e tutto determina. Non vista, non considerata, ignorata. Meno ne parliamo meglio è”. 

“Eppure – sottolinea Saviano – le 7.30 sono un orario strategico. Si esce di casa per andare al lavoro, per andare a scuola, per andare a fare la spesa e solo per un caso fortuito nessuno è rimasto ferito nella sparatoria di questa mattina. Ho letto il lungo post del presidente della Municipalità, Ivo Poggiani, che in un passaggio denuncia una cosa gravissima: ‘Purtroppo sembrerebbe che oggi stia succedendo quello che tutti temevano. Quelle storiche famiglie di camorra hanno ripreso il controllo del territorio ed in maniera violenta stanno di nuovo soffocando le economie del quartiere. Non so se stamattina quello che è successo sia esattamente questo, ossia intimidazioni per il racket. Mi pare però che quelle modalità di quel cancro radicato nel Rione Fontanelle che ha agito per anni in questa direzione stia tornand'”.

“È evidente – continua lo scrittore – come la retorica della Napoli liberata non ha liberato Napoli dalle stese e da un racket opprimente e Poggiani dice una cosa gravissima, credo non priva di fondamento dato che stamane, dopo la stesa, era proprio alla Sanità con Ciro Poppella. Poggiani dice che appena a Napoli un quartiere ricomincia a respirare e ci sono attività commerciali che decollano, arriva il racket della camorra a bloccare tutto. Arriva il racket perché lo Stato non c’è. Assente, non pervenuto”.

Trovando una conclusione al lungo post, Saviano scrive: “La prima ipotesi sarebbe l’ennesimo inutile appello allo Stato perché finalmente renda operative le telecamere di videosorveglianza promesse dopo la morte di Gennaro Cesarano a settembre 2015 e mai rese funzionanti. Come ha scritto Conchita Sannino un mese fa, su 210 telecamere presenti in città, 124 non funzionano”.

E qui la dura accusa: “Stiamo quindi parlando dell’ennesima farsa, dell’ennesima beffa ai danni dei cittadini e se facessi un appello allo Stato sarebbe fiato sprecato. Sì, sprecato perché è evidente che lo Stato (fanno eccezione quei magistrati e le forze dell’ordine che lavorano con scarsi mezzi e che sono unica ancora di salvezza in un mare di indifferenza) non ha alcuna volontà di aiutare il rione Sanità, è evidente che lo Stato nella sua inerzia è connivente. È evidente che lo Stato, nella sua inerzia, è il protettore occulto non certo dei cittadini, ma delle paranze che sparano, spaventano e uccidono”.

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