Violenza sulle donne, “I Miserabili” al Museo Madre

di Redazione

 Napoli. La cornetta di un telefono, uno specchietto da borsa, collant strappati, persino una tutina di un neonato che mette i brividi.

Sono tra i tanti gli oggetti lasciati dalle donne nello ‘sfogatoio’, l’installazione artistica allestita per un giorno contro la violenza sulle donne al Museo Madre di Napoli nell’ambito dell’evento-interattivo ‘I Miserabili’ che ha richiamato oltre 500 visitatori.

Sotto i riflettori, per la prima volta, non più immagini di donne picchiate e umiliate ma la miseria umana dei carnefici, spesso invisibili, i miserabili appunto. L’invito era quello di abbandonare nella drammatica installazione diGema Ruperez(un box da 1032 fazzoletti uno per ogni donna uccisa negli ultimi dieci anni) un oggetto simbolico per ‘liberarsi della violenza subita’.

Interattiva anche la seconda istallazione, di Barbara Bonfilio, che si è andata arricchendo per tutta la giornata di nuove pagine di diario, anonime ma in molti casi toccanti o sconvolgenti.

Al centro dell’evento, nella sala delle colonne, il concept fotografico diStefano Renna: una selezione di immagini forti, scatti di cronaca nera con zoom sui carnefici, portati via in manette. Emozione per il racconto inedito diMaurizio De Giovanni“Io non ho fatto niente”, confessione di un assassino, letto in versione teatralizzata da Gioia Spaziani in una sala delle colonne gremita ed attenta. Tra il pubblico l’assessore alla Cultura della Regione Campania, Caterina Miraglia.

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