Caserta – Riportare l’uomo al centro del sapere nell’era dell’automazione e dell’intelligenza artificiale non è una suggestione culturale, ma una scelta civile. È lungo questa traiettoria che la dirigente scolastica Antonella Serpico (nella foto) ha orientato l’Its “Giordani” di Caserta, un istituto che affonda le proprie radici nel 1961 e che oggi rilancia la sua missione educativa di fronte alle sfide della rivoluzione digitale. Una scuola che sceglie di tenere insieme scienza, tecnica e letteratura, restituendo al sapere una dimensione umana e relazionale, capace di collegare ambiti solo in apparenza lontani.
Le radici di un’idea moderna – Questo percorso non nasce oggi. Affonda nel pensiero di Francesco Giordani, scienziato formatosi con Maria Bakunin, che nel secondo dopoguerra concepì un progetto allora d’avanguardia: il riconoscimento accademico dei periti industriali e l’apertura delle università ai tecnici. Un’idea condivisa con l’ispettore della Pubblica Istruzione Ettore Rossi, che teorizzò e contribuì a far nascere quegli Istituti Tecnici Superiori tornati oggi al centro del dibattito politico ed economico come leva per il rilancio industriale del Paese. Un patto tra scuola, mondo accademico, forze sociali e sistema produttivo che oggi appare non più rinviabile.
L’incontro a Confindustria Caserta – È stato questo il filo conduttore dell’incontro ospitato nella sede di Confindustria Caserta, momento di riflessione capace di tenere insieme memoria storica e prospettive occupazionali per le nuove generazioni. Al centro, la presentazione del volume Un pensiero ribelle della scrittrice e giornalista Mirella Armiero, dedicato alla figura di Maria Bakunin. Non una semplice biografia scientifica, ma il ritratto di una donna di straordinaria statura intellettuale e umana, prima a ricoprire ruoli accademici di prestigio alla Università Federico II di Napoli, in un’epoca segnata da forti pregiudizi di genere.
Maria Bakunin, tra scienza e coraggio – Nel libro emerge una “Marussia” determinata e indomita, capace di coniugare rigore scientifico e libertà di pensiero. La Armiero ricostruisce con delicatezza anche il legame sentimentale tra Bakunin e Francesco Giordani, nato in laboratorio tra formule chimiche e passione condivisa. Un rapporto che non poté restare nascosto in un’Italia attraversata dal controllo dell’Ovra, soprattutto considerando che la Bakunin era figlia adottiva del grande anarchico Michail Bakunin. Un intreccio tra ricerca e vita privata che ha offerto agli studenti una lezione chiara: la scienza non è solo tecnica, ma passione, audacia, sentimenti.
Il ritratto di Giordani e la rinascita del Paese – Se il libro ha restituito l’anima della Bakunin, Mauro Nemesio Rossi, presidente del Museo A. Olivetti e del Cesaf Maestri del Lavoro, ha offerto un profilo inedito e documentato di Francesco Giordani. Attraverso un documentario costruito con interviste radiofoniche d’epoca, brevetti industriali e materiali d’archivio, sono state ripercorse le luci e le ombre della sua carriera. Dalla difficile stagione seguita alla caduta del fascismo, segnata da accuse di collaborazionismo, alla riabilitazione resa possibile anche dalla statura morale di Benedetto Croce e dalla solidarietà della comunità scientifica napoletana. Con la Repubblica, Giordani divenne una figura chiave: alla guida del Consiglio Nazionale delle Ricerche, nella gestione dei fondi del Piano Marshall e nel percorso verso l’indipendenza energetica, culminato con la centrale nucleare del Garigliano.
Scuola e impresa, una strada possibile – Anche l’assenza del presidente di Confindustria Caserta Luigi Della Gatta, impegnato nella firma di un protocollo con la Camera di Commercio e l’Università della Campania per la valorizzazione dei giovani talenti, ha finito per rafforzare il messaggio di fondo: la collaborazione tra scuola e impresa non è più un’ipotesi teorica, ma una direzione concreta.
Gli studenti al centro – Protagonisti veri dell’incontro sono stati gli studenti del “Giordani”. Con attenzione e curiosità hanno ascoltato la storia della loro scuola, posto domande, letto con emozione alcuni passaggi del libro. La loro partecipazione ha confermato che la storia della scienza non è un elenco di date, ma un motore di ispirazione. Il messaggio emerso è netto: per governare le macchine di domani, bisogna conoscere i sogni, le idee e il coraggio di chi ha costruito il mondo di ieri.

