E’ “prevenzione” la parola chiave del Forum internazionale sull’economia dei rifiuti promosso dal consorzio nazionale dei rifiuti dei beni in polietilene Polieco, giunto quest’anno alla sua 17esima edizione e tenutosi a Napoli lo scorso 26 e 27 settembre.
Due giorni di confronto, analisi, proposte, con magistrati, politici e aziende chiamati a riflettere sul sistema a doppia velocità di imprese e istituzioni nella corsa verso la transizione ecologica, hanno restituito la necessità condivisa di un cambio netto di paradigma, puntando su innovazione per manufatti che siano facilmente riciclabili a fine vita, su una raccolta dei rifiuti basata su qualità e quantità così da ridurre la produzione di scarti, maggiori controlli della filiera della gestione dei rifiuti.
DL TERRA DEI FUOCHI – Un focus particolare è stato destinato, durante i lavori che hanno visto lo svolgimento di 5 sessioni con 40 relatori, al nuovo decreto legislativo su “Terra dei fuochi”, che inasprisce pene e responsabilità in materia di ecoreati. “La repressione serve ma non basta, la vera scommessa – afferma il direttore generale del Polieco, Claudia Salvestrini – sta nell’intervenire sulle criticità e le anomalie di un sistema di raccolta dei rifiuti che non riesce a porre un freno ai traffici illeciti che si traducono in danno per l’ambiente, la salute e l’economia sana. La rotta è chiara: trasparenza, qualità, tracciabilità e verifiche costanti: la linea per cui da anni si batte Polieco”.
In occasione della due giorni, Salvestrini ha anche rimarcato la posizione del consorzio sul nuovo disegno di legge che prevede la liberalizzazione dell’utilizzo del Css (combustibile da rifiuto): “Bruciare i rifiuti nei cementifici non può essere la strada giusta se vogliamo raggiungere il traguardo dell’economia circolare, senza considerare che, in Europa, sono molto più stringenti le procedure sulla qualificazione end of waste di un combustibile che proviene dai rifiuti”.
Tenere il passo dell’Europa, basta rinvii della Plastic tax – Determinante, per il consorzio, il ruolo della politica, chiamata a tenere il passo imposto dall’Europa e dagli altri Paesi. L’Europa spinge l’uso di materia riciclata rispetto a quella vergine ma i continui rinvii in Italia della plastic tax sui manufatti monouso, che favorirebbe la domanda di granulo da riciclo, hanno alimentato l’incertezza e frenato gli investimenti nel riciclo meccanico. Anche gli acquisti pubblici sono decisivi: i Criteri ambientali minimi premiano il riciclato, ma quando la premialità è legata solo a flussi urbani si creano distorsioni e import con certificazioni non omogenee possono penalizzare i riciclatori italiani. Qui entra in campo la visione Polieco: metodo e risultati lungo la filiera dei beni in polietilene, tracciabilità dei percorsi, trasparenza delle certificazioni, standard chiari, raccolte che puntino alla qualità e non alla quantità. IN ALTO IL VIDEO