Un giro di vite sulle ecomafie, con sanzioni più dure e strumenti investigativi potenziati. È il messaggio che arriva da Jacopo Morrone, deputato e presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari, intervenuto al Forum Internazionale sull’Economia dei Rifiuti del consorzio Polieco, a Napoli, intitolato Paradosso Green. Imprese, Autorità e Istituzioni: un sistema a doppia velocità.
«Il Decreto Legge sulla Terra dei Fuochi, attualmente in fase di conversione in legge, ha inasprito le sanzioni contro diversi reati ambientali e in materia di rifiuti e, oltre a costituire un importante deterrente, fornisce alle forze di polizia giudiziaria e alle autorità giudiziarie strumenti più efficaci per il contrasto agli illeciti», ha detto il parlamentare della Lega.
Il business dei rifiuti e le distorsioni dell’economia circolare – «Le ragioni del forte interesse della criminalità risiedono nell’ingente profitto economico derivante dal guadagno diretto nella vendita delle partite di alcune tipologie di rifiuti e anche dal risparmio di spesa ottenuto mediante metodologie di elusione documentale della tracciabilità», ha ricordato Morrone. «Gli stessi principi dell’economia circolare, senza il rispetto di corrette procedure ma utilizzati in modo distorto, diventano uno dei principali terreni di interesse dei criminali ambientali», ha spiegato.
Il coordinamento investigativo e la dimensione transnazionale – «Di contro, la Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, anche mediante il coordinamento delle Direzioni distrettuali territoriali, segue con attenzione l’evoluzione del fenomeno dei traffici illeciti e le criticità che ne derivano a livello investigativo. Allo stesso modo c’è molta attenzione e contrasto nei confronti dei traffici illeciti transnazionali di rifiuti, di cui abbiamo avuto contezza da incontri nelle sedi dell’Aia in Olanda con l’agenzia europea Eurojust e con l’Interpol», ha aggiunto.
Le novità del decreto – Tornando al quadro normativo, Morrone ha ricordato che «alcune fattispecie illecite contravvenzionali ambientali sono state elevate al rango di delitto (con la conseguente sottrazione della possibilità di accedere alle procedure estintive per le contravvenzioni o all’oblazione), gli edittali delle pene già esistenti sono stati aumentati considerevolmente, il catalogo dei cosiddetti reati-presupposto per l’attribuzione agli enti di responsabilità amministrativa da reati ambientali è stato aggiornato, sia con nuovi inserimenti sia con l’aumento delle sanzioni». IN ALTO IL VIDEO