A Taverna del Re, sul territorio di Giugliano (Napoli), al confine con l’agro aversano, quando le gru agguantano le ecoballe le sbriciolano e il polverone insalubre invade pure le campagne confinanti. Ormai lo smaltimento delle ecoballe ha raggiunto il muro che confina con i frutteti di pesche, albicocche, prugne e le coltivazioni orticole sempre fiorenti in quella zona. Una situazione che sta causando le proteste degli agricoltori, preoccupati per le polveri sottili e la puzza, dannosi per la loro salute e la qualità dei prodotti delle loro terre.
Agricoltori già vittime di ripetuti furti notturni di attrezzature agricole, di danneggiamenti delle loro proprietà e di sversamenti selvaggi di immondizia nei loro campi. Un vero inferno. In più, i camion che trasportano a flusso continuo le ecoballe sbriciolate diffondono nell’aria polvere e puzza nauseabonda. Nei mesi scorsi, a causa di questi ininterrotti attraversamenti dei mastodontici autocarri, ci furono dure proteste dei residenti e dei commercianti dell’arteria che collega Parete, Lusciano e Aversa.
In merito a tutta questa complessa e pericolosa vicenda, all’inizio di febbraio di quest’anno la consigliera indipendente regionale, Marì Muscarà, presentò un’interrogazione a risposta scritta alla Giunta regionale per fare finalmente chiarezza sulla gestione degli impianti di trattamento delle ecoballe nei siti di Giugliano e Caivano e sulla destinazione dei materiali lavorati. “Ci chiediamo che fine stiano facendo realmente le ecoballe – dichiarò Muscarà – dove vengano trattate e, soprattutto, dove finiscano i rifiuti non recuperabili, che non possono essere trasformati in Combustibile Solido Secondario (css). A distanza di anni dall’inizio delle operazioni, è inaccettabile che le istituzioni continuino a non dare risposte chiare ai cittadini”.