Protesta agricoltori, Meloni: “Difesi ben prima che scendessero in piazza”

di Redazione

Per quanto riguarda la protesta dei trattori “da molto tempo prima che scendessero in piazza questo governo ha difeso il comparto agricolo da scelte che rischiavano di essere troppo ideologiche e perseguire la transizione ecologica con una desertificazione”. E’ quanto ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel corso del suo intervento a L’Aquila alla cerimonia di Firma dell’Accordo per lo sviluppo e la coesione tra il governo e la Regione Abruzzo. – continua sotto – 

Ieri, intanto, doppia vittoria degli agricoltori su target clima e pesticidi. La Commissione europea ha fissato il suo nuovo obiettivo climatico al 2040, stralciando ogni riferimento numerico per l’agricoltura. Nella comunicazione presentata, Bruxelles raccomanda un taglio delle emissioni di gas serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Il possibile sforzo di riduzione del 30% rispetto al 2015, richiesto al settore agricolo nella prima bozza del documento circolata nelle scorse settimane, è invece stato cancellato. L’agricoltura, si legge nel testo, “svolge un ruolo nella transizione” green, contribuendo “al contempo alla sovranità alimentare europea”.

Ritirata proposta regolamento sui pesticidi – Ritirata, inoltre, la norma sui pesticidi. “I nostri agricoltori meritano di essere ascoltati. So che sono preoccupati per il futuro dell’agricoltura e per il loro futuro. Ma sanno anche che l’agricoltura deve passare a un modello di produzione più sostenibile, in modo che le loro aziende rimangano redditizie negli anni a venire”, ha detto ancora la presidente della Commissione Ue, annunciando che proporrà al collegio dei commissari “il ritiro” della proposta legislativa sui pesticidi. Il regolamento è “diventato un simbolo di polarizzazione” ha spiegato, sottolineando che “una nuova proposta, più matura”, sarà fatta in futuro.

Meloni: “Vittoria in Ue su pesticidi è anche italiana” – Dopo l’annuncio del ritiro del regolamento sui pesticidi ad opera di Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni sottolinea che si tratta di “una vittoria anche italiana”. E chiarisce: “Fin dal suo insediamento, infatti, il governo italiano, sta lavorando in Europa, con grande concretezza e buon senso, per tracciare una strada diversa da quella percorsa finora e coniugare produzione agricola, rispetto del lavoro e sostenibilità ambientale. Proseguiremo in questa direzione”. – continua sotto – 

Clima e obiettivi Ue –  Quanto agli step fissati per fermare i cambiamenti climatici, l’obiettivo intermedio Ue al 2040, necessario a tenere fede all’impegno di diventare il primo continente a raggiungere la neutralità climatica nel 2050, viene indicato in una comunicazione che, dopo le europee, dovrà essere seguita da proposte legislative elaborate dalla nuova Commissione europea. Il target del 90%, sottolinea l’esecutivo Ue, è in linea con il parere del Comitato consultivo scientifico europeo sui cambiamenti climatici e gli impegni assunti dall’Ue nell’ambito dell’accordo di Parigi, continuando a mantenere la stessa traiettoria di riduzione registrata nel decennio 2020-30.

Ue: “Rafforzare l’indipendenza energetica dall’import dei fossili” – Il punto di partenza per assicurare il taglio del 90% delle emissioni di gas serra al 2040 è la riduzione delle stesse del 55% entro il 2030, obiettivo già fissato nella storica legge Ue sul clima adottata nel 2021. Con il nuovo target al 2040, Bruxelles intende aumentare la resilienza contro le crisi future e rafforzare l’indipendenza energetica dalle importazioni di combustibili fossili, che rappresentavano oltre il 4% del Pil nel 2022. A seguito di una valutazione d’impatto, la Commissione europea prevede che il settore energetico raggiungerà la totale decarbonizzazione poco dopo il 2040, puntando su energie rinnovabili, nucleare, efficienza energetica, stoccaggio e cattura del carbonio, geotermico e idroelettrico. Un importante vantaggio di questi sforzi, si sottolinea, è una minore dipendenza dai combustibili fossili grazie a un calo dell’80% del loro consumo per energia dal 2021 al 2040.

Ue: “Sostegni per transizione agricoltura” – Soffermandosi sull’agricoltura, l’esecutivo Ue evidenzia, in riferimento alle forti proteste della categoria, che “con le giuste politiche e il giusto sostegno, il settore può anche svolgere un ruolo nella transizione, garantendo al contempo una produzione alimentare sufficiente in Europa, redditi equi e fornendo altri servizi vitali come il miglioramento della capacità dei suoli e delle foreste di immagazzinare più carbonio”. – continua sotto – 

Presidio davanti Europarlamento Strasburgo – Stamani un centinaio di trattori hanno bloccato l’ingresso dell’Eurocamera mentre in aula era in corso il dibattito sulle conclusioni dell’ultimo vertice Ue alla presenza della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. La polizia è intervenuta alzando delle barriere mobili per contenere la protesta.

Von der Leyen: “Sussidi pubblici” – Von der Leyen ha riconosciuto che “gli agricoltori si sentono messi all’angolo”, mentre sperimentano nel loro lavoro “e sulla propria pelle gli effetti del cambiamento climatico. Siccità e inondazioni hanno distrutto i raccolti e minacciato il bestiame. Pagano il peso degli aumenti dei costi di produzione – in particolare energia e fertilizzanti – anche in relazione alla guerra in Ucraina”. “Eppure ogni giorno producono ciò di cui abbiamo bisogno, portando sulle nostre tavole cibo di qualità. Meritano dunque il nostro rispetto e di essere ascoltati”. “Gli agricoltori hanno bisogno di un vero e proprio incentivo che vada oltre la semplice perdita delle rese. I sussidi pubblici possono fornire tali incentivi”. Von der Leyen è poi passata ad alcune proposte operative, ribadendo il sostegno Ue (l’agricoltura è peraltro il settore che beneficia di maggiori aiuti economici dall’Unione europea), incentivi “per perseguire obiettivi ambientali e climatici, consentendo a loro di continuare a lavorare e a guadagnarsi da vivere”. Ha fatto poi appello al dialogo per ricostruire “fiducia”, andando oltre un “confronto polarizzato”.

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