Mondragone, AMBC: “Un Consiglio comunale umiliato e reso inutile”

di Redazione

Mondragone (Caserta) – «Si, ha ragione il Movimento Mondragone Attiva: quello che si terrà stasera o al massimo dopodomani è un Consiglio comunale “più dovuto che voluto”». Così l’Associazione Mondragone Bene Comune che accusa l’amministrazione Lavanga di aver “umiliato e reso inutile” l’assemblea civica. – continua sotto –  

«D’altronde è dal suo insediamento che questo Consiglio comunale è ridotto all’alzata di mano, alla mera ratifica di decisioni prese altrove, al riconoscimento ricorrente di debiti fuori bilancio e alle continue variazioni di bilancio. Se si escludono le fugaci e un po’ confuse discussioni sulle proposte di legge d’iniziativa popolare della Campagna “Riprendiamoci il Comune” e contro l’Autonomia differenziata, non si rinvengono in questi mesi momenti di confronto, di analisi, di verifica, di dibattito, di approfondimento programmatico. Insomma, di politica, di controllo e di programmazione. Anzi, quando qualche Consigliere comunale ha cercato di interrogare o proporre (di fare cioè il Consigliere comunale), è stato immediatamente ostacolato. E pensare che c’è stato un tempo in cui (anche grazie alle battaglie di qualcuno) le sedute del Consiglio comunale erano impegnate per ore e prioritariamente su interrogazioni e interpellanze, su mozioni e petizioni. Stavamo meglio quando stavamo peggio.

A dimostrazione della scarsa considerazione di cui gode l’attuale Assemblea consiliare basta riferirsi ad un recente episodio. La Giunta Lavanga il 14 settembre scorso (delibera numero 122/2023) ha deciso di partecipare al Bando regionale per il riconoscimento di un suo distretto urbano (individuato nel Centro storico), che ha denominato “Sinope” (tralasciamo di argomentare in ordine alla fumosità di queste “genialate regionali”, utili solo per sperperare un altro po’ di denaro pubblico che, al pari di tante altre “genialate” del passato, quando avrà dispensato le prebende previste, cadrà nell’oblio).

Per partecipare al bando, Lavanga e la sua Giunta: hanno riconosciuto ed approvato il perimetro del Distretto Unico del Commercio coincidente con il Centro storico del Comune di Mondragone; hanno redatto e sottoscritto un atto costitutivo di un’Associazione per la gestione del distretto; hanno redatto ed approvato lo Statuto per la gestione del Distretto Urbano del Commercio; hanno redatto ed approvato la relazione del Distretto, con la tabella di programmazione strategica triennale; hanno redatto, approvato e sottoscritto uno schema di Accordo Territoriale tra il Comune di Mondragone e due Associazioni di categoria rappresentative del settore, scelte discrezionalmente in Confcommercio Campania e Confesercenti Campania. – continua sotto –  

Insomma, si programma un distretto urbano del commercio e lo si dota di uno statuto, si mette in piedi e si formalizza un partenariato locale costituito da soggetti pubblici e privati, si individuano discrezionalmente i primi privati fondatori, si stabiliscono regole e si assumono impegni e si fa tutto ciò non solo senza alcun coinvolgimento del Consiglio comunale, che avrebbe avuto per legge qualche titolo ad intervenire (ma la Segretaria comunale è sicura che in assenza del coinvolgimento del Consiglio comunale l’atto di Giunta sia legittimo?), ma addirittura senza alcuna formale comunicazione (c’è comunque da scommetterci che qualcuno nel Consiglio comunale di stasera o di dopodomani cercherà di metterci una pezza, che sarà ovviamente peggiore del buco).

Siamo di fronte ad un atto di assoluta gravità, un atto non giustificabile che non può che chiamare in causa il Prefetto. Siamo di fronte all’umiliazione del Consiglio comunale, delle sue funzioni e delle sue prerogative. Siamo di fronte ad una deriva non più tollerabile, che dovrebbe spingere innanzitutto il presidente del Consiglio Corvino a pretendere il rispetto delle regole e del ruolo dell’Assemblea che – ricordiamolo – rappresenta tutti i cittadini.

Un presidente del Consiglio che di fronte a questo brutto andazzo (dovuto anche alla sua inerzia per cercare di ristabilire le regole del gioco democratico) dovrebbe chiedersi: ma, al netto dell’indennità attribuita per legge al presidente, un tale Consiglio comunale a cosa serve?».

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