Aversa – Canoni idrici, D’Angelo: “Crediti farlocchi”. Golia: “Ci sono molte cause vinte dal Comune”

di Jacopo Grassia

Aversa (Caserta) – La riscossione dei canoni idrici tiene banco nella discussione politica cittadina anche in vista della oramai imminente approvazione del bilancio 2023. Nei giorni scorsi sono state altre due le sentenze del tribunale di Napoli Nord che hanno dato ragione ad altrettanti utenti patrocinati dagli avvocati Fabio Roselli e Vittorio del Bove, annullando il debito e condannando Comune e Sogert al pagamento delle spese di giustizia. – continua sotto – 

«La sconfitta – ha dichiarato dall’opposizione Eugenia D’Angelo – era cosa ampiamente prevista e prevedibile. Tutti sapevano che buona, notevolissima, parte di quei crediti appostati nei residui attivi del Consuntivo erano crediti inesigibili, non solo per l’avvenuta prescrizione dei termini ma anche per la mancata osservanza delle delibere Arera. In sostanza, erano dei “pezzotti”, dei crediti farlocchi, falsi, per certificare l’esistenza di equilibri inesistenti ed evitare la dichiarazione di dissesto, nonostante il Comune di Aversa non avesse i soldi neanche per comprare un tosaerba. Già a gennaio 2020, a seguito delle reiterate richieste dell’ex assessore al Bilancio, Nico Carpientiero, sia la responsabile dell’Ufficio Acquedotto, che l’allora dirigente agli Affari Generali dichiaravano l’impossibilità di certificazione dei residui attivi relativi ai canoni idrici perché “l’attività di ricognizione non è mai stata svolta”».

L’esponente Dem ricorda anche: «Stiamo parlando di oltre 20 milioni di euro mai riscossi solo di fatture idriche fino al 21 dicembre 2019; ma oltre a questi c’erano – e ci sono – tante altre poste tra i residui attivi decisamente farlocche. Lo abbiamo detto in tutti i Consigli Comunali in cui si è discusso di Bilancio, completamente inascoltati e irrisi da sindaco, assessori e dirigenti. Nel frattempo, dal 2019 al 2022, l’importo dei residui attivi appostati in Bilancio sono cresciuti a dismisura». Conclude, poi, con un interrogativo: «Di chi è la responsabilità? Del sindaco, dell’assessore Francesca Sagliocco e della allora dirigente Gemma Accardo? Oggi i fatti, oggettivi ed inopinabili, ci danno ragione. Dispiace per la Città che ha perso un’ulteriore occasione per liberarsi dai fardelli del passato e ripartire».

Rincara la dose Alfonso Oliva: «Lo avevano detto e ridetto in sede di approvazione del bilancio: il sindaco mente sapendo di mentire. Quello approvato era un bilancio che non corrisponde al vero: i crediti passati alla Sogert non sono certo liquidi ed esigibili anzi hanno causato debiti a causa della soccombenza giudiziaria». Non manca un intervento del sindaco Alfonso Golia: «Intanto, devo verificare con l’avvocatura comunale, perché a me, su due perse risultano molte di più le vittorie. Con la differenza che noi queste ultime non le comunichiamo, cosa che invece fanno gli zelanti avvocati quando vincono».

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