Riciclaggio soldi camorra, 9 arresti: c’è anche un produttore cinematografico

di Redazione

Su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Roma, i carabinieri del comando provinciale hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip nei confronti di nove persone indiziate, a vario titolo, di riciclaggio in concorso con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa e di emissione ed utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Contestualmente il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 1 milione e 500mila euro. – continua sotto –

Tra le persone raggiunte da misura anche un produttore cinematografico. Il provvedimento cautelare trae origine da una costola dell’indagine, svolta dai carabinieri del nucleo investigativo di via In Selci, che lo scorso 18 gennaio aveva portato all’esecuzione di arresti nei confronti di soggetti indiziati di aver costituito due sodalizi armati dediti al narcotraffico.

“Le attenzioni investigative su questi ultimi avevano fatto emergere i rapporti con un produttore cinematografico finalizzati alla realizzazione del sequestro di persona di un imprenditore che aveva accumulato un rilevante debito nei confronti del clan camorristico D’Amico-Mazzarella, operante nel quartiere di San Giovanni a Teduccio di Napoli, progetto delittuoso poi non andato a buon fine”, spiega una nota dei carabinieri.

Il ruolo della camorra nel riciclaggio di denaro nella produzione di film emerge dall’inchiesta della Direzione distrettuale di Roma, coordinata dagli aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò, che ha portato oggi all’arresto di nove persone, tra cui il produttore Daniele Muscariello, 45 anni, di Pomigliano d’Arco (Napoli), titolare della Henea Production, di un poliziotto e di un carabiniere. – continua sotto –

L’operazione rappresenta l’approfondimento di un filone che il 18 gennaio scorso ha portato all’esecuzione di misure cautelari nei confronti di soggetti accusati di avere costituito due sodalizi dediti al narcotraffico e capeggiati da Elvis Demce – che con la sua banda, ex calciatori inclusi, era pronto anche a uccidere due pm, come rivelano le intercettazioni carpite grazie all’analisi dei telefoni criptati in uso alla banda – e da Ermal Arapaj – che aveva cercato di prendere il posto del connazionale approfittando della sua permanenza in carcere.

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