Collegamento metro Aversa-Capodichino, Coppola: “Politica chiamata a programmare per non alterare equilibri territoriali”

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – «L’annuncio dell’avvio delle opere relative al collegamento dell’aeroporto di Capodichino alla linea della tratta della Metropolitana che da Piscinola porta ad Aversa impone di determinare le pre-condizioni infrastrutturali perché una opportunità positiva non rappresenti una ulteriore alterazione degli equilibri territoriali». Richiama ad un ragionamento più sistemico, senza farsi prendere dal facile entusiasmo l’architetto Alberto Coppola, docente emerito di Urbanistica presso il dipartimento di Architettura dell’Università Federico II. «Indispensabile è, quindi, – continua Coppola, che è uno dei maggiori conoscitori degli strumenti urbanistici della Regione Campania e, in specie, della provincia di Caserta – procedere ad una seria e sostenibile programmazione del territorio a nord di Napoli e dell’Agro aversano, in particolare». – continua sotto –

Cosa suggerirebbe di fare agli amministratori locali in vista di questi cambiamenti concreti per non farsi trovare impreparati? «Vanno adottati ed approvati, al più presto, i piani urbanistici comunali – per i quali i comuni sono in ritardo di 17 anni – e va urgentemente adeguato il piano territoriale di coordinamento provinciale che, in vigore dal 2012, per legge, va adeguato ogni 5 anni o ad ogni cambio di amministrazione provinciale».

Come va considerato questo nuovo progetto; Aversa sarà sempre più considerata parte di Napoli e della sua area metropolitana o avamposto della provincia di Caserta? «L’opera, già prevista dal piano regionale dei trasporti da anni, deve essere riconosciuta ed inserita nella parte sud del territorio della provincia di Caserta (l’Agro Aversano) che, sempre più, finirà per essere parte integrante del territorio della Città Metropolitana di Napoli e sempre meno territorio partecipe realmente della provincia di Caserta. L’opera avrà indubbiamente un forte impatto territoriale dal momento che influenzerà tutta la mobilità anche interna al territorio aversano».

Insomma, Aversa e il suo circondario sempre più corpo estraneo rispetto al comprensorio casertano? «Importante sarebbe, proprio nel tentativo di evitare quanto da lei paventato, altresì, completare il progetto, in corso dal 1980 – opere post terremoto – di collegamento tra Aversa e Santa Maria». Quali le ricadute in campo urbanistico? «L’intera parte sud del territorio della provincia di Caserta sarà obbligatoriamente influenzata da questa opera quando entrerà in funzione a regime, determinando, è prevedibile, lo spostamento anche residenziale di migliaia di famiglie che gravitano intorno alle attività dell’aeroporto ed al suo indotto». – continua sotto –

Cosa accadrà per quanto riguarda la mobilità? «Sara chiuso l’anello della rete su ferro che circonda la città di Napoli. Il collegamento con Capodichino potrebbe stravolgere l’intero sistema della mobilità metropolitana. Sempre che funzioni con continuità». «Ora, il compito di programmare il territorio, per evitare spontaneismo edilizio, è solo ed esclusivamente della politica casertana».

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