Bimbo annegato a Torre del Greco, madre confessa omicidio: “Pensavo fosse autistico”

di Redazione

“Sono stata io ad ucciderlo, sono stata io a gettarlo in mare, Francesco era malato”. Ha confessato la donna di 40 anni, Adalgisa G., che, nella tarda serata di domenica, era stata soccorsa, insieme al figlio di due anni morto annegato e ad uno zio del bambino che tentava di rianimarlo, nella zona “La Scala” del lungomare di Torre del Greco, in provincia di Napoli, mentre si trovava su una scogliera. – continua sotto –  

Soccorsa da un gruppo di ragazzi, a questi aveva raccontato di essere stata rapinata da uno straniero e buttata in acqua con il figlio. Ma dopo ore di interrogatorio davanti al pm Andreana Ambrosino della procura di Torre Annunziata, la 40enne, assistita da un avvocato d’ufficio, ha confessato. Già nel pomeriggio di ieri l’autorità giudiziaria aveva emesso nei suoi confronti un decreto di fermo per l’ipotesi di omicidio volontario.

Il timore dell’autismo – Da quanto si apprende, la donna – sposata con un ingegnere di Torre del Greco e madre di un’altra bimba di 7 anni – era entrata in depressione già da alcuni mesi e riteneva che il figlio fosse autistico poiché non parlava, anche se nessuno finora aveva certificato tale malattia o altre patologie. Proprio il giorno dopo la tragedia uno psichiatra infantile avrebbe dovuto visitare il bambino. Stando ai risultati ottenuti finora dalle indagini, sembra che il piccolo Francesco avesse sì problemi ad esprimersi ma nulla di grave e che forse potevano essere risolti con qualche seduta di logopedia. Ma Adalgisa era fortemente turbata, forse perché in famiglia ci sarebbero stati casi di spettro autistico. Una famiglia apparentemente tranquilla la sua, appartenente all’ambiente “bene” di Torre del Greco. Ma in realtà la donna non era serena, litigava spesso con il marito.

La notte del dramma – Domenica 2 gennaio Adalgisa era uscita per una passeggiata pomeridiana con suo figlio. Intorno alle 21 il marito, non vedendola rientrare, si era preoccupato e aveva allertato i carabinieri. Poi aveva chiesto ad amici e conoscenti se l’avessero vista. Qualcuno gli aveva detto che era in spiaggia. Così l’uomo si precipitava nei pressi del lido “La Scala” e la trovava vicino ad una scogliera frangiflutti mentre Francesco era in acqua. Subito si tuffava per cercare di salvarlo. Nelle vicinanze, in quel momento, c’erano due ragazzi di Torre Del Greco che, allertati dalle grida della donna, si tuffavano in acqua per aiutare papà e bambino, riuscendo a riportarli a riva. Nel frattempo, arrivava uno zio, medico, fratello del padre di Francesco, che provava a rianimare il bambino ma per lui ormai non c’era nulla da fare, era deceduto per annegamento. In quegli stessi istanti, i due ragazzi riportavano a riva anche la madre del piccolo che, farfugliando e pronunciando frasi sconnesse, raccontava di essere stata rapinata da uno straniero e gettata in acqua col figlio, dando poi altre versioni. – continua sotto –  

Avvocato: “Esclusi gesto volontario e tentato suicidio” – Il suo avvocato Ciro Tommaso Civitella, comunque, esclude il gesto volontario: “Quella povera donna – dice all’Agi il legale – quando l’ho incontrata in caserma aveva dei vuoti di memoria assoluti. Dev’essersi trovata sulla spiaggia senza neppure sapere il perché”. “La signora – ha aggiunto l’avvocato in alcune interviste – che non era presente a se stessa, che viveva una situazione di choc ed era in una fase di blackout che andava avanti da alcuni mesi” da quando cioè “aveva riscontrato particolari sintomatologie del bambino che faceva accrescere in lei la paura che il piccolo potesse avere patologie riconducibili allo spettro autistico”. L’avvocato ha smentito anche che ci siano stati propositi di suicidio da parte donna, come smentisce che nella scena del delitto possa essere entrata un’altra persona. “La signora – prosegue – era uscita per fare una passeggiata col figlio e, senza alcuna premeditazione, entrava ancora una volta in questo tunnel e non capiva più niente, ritrovandosi poi con un bimbo tra le braccia senza vita”.

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