Aversa, il Covid ferma di nuovo i festeggiamenti in onore di San Paolo

di Livia Fattore

Aversa (Caserta) – Anche questa mattina per le strade di Aversa, per il secondo anno consecutivo, causa pandemia, non vi sarà la tradizionale processione per la festa di San Paolo, patrono della città. Una processione che, già da diversi anni, si tiene con molto meno fasti rispetto a quella alla quale gli aversani erano abituati. – continua sotto –

In passato, infatti, la festa del Santo patrono era un po’ diversa da quella che si vede oggi, ma, soprattutto, era molto più sentita, vissuta da tutta la città. Fino ai primi anni ‘80 la manifestazione sacra era una delle più attese in città. Ci si preparava mesi prima, ed in effetti lo spettacolo era davvero grandioso. Accorrevano ad Aversa anche fedeli di altre diocesi, accompagnati dai parroci o dai rappresentanti delle associazioni religiose. La città normanna si vestiva a festa per rendere merito al Santo in quella che ad Aversa è la prima festa del nuovo anno. I balconi di Via Roma venivano arricchiti con drappeggi, tendaggi o semplici coperte che coloravano l’intera arteria. Oggi, così come un tempo, le congreghe procedono il corteo, ognuna indossa il mantello con i colori tipici.

Aversa era impegnata praticamente per due giorni di seguito in quella che era la processione per antonomasia. E che moltissimi fedeli, anche attraverso una cospicua raccolta di firme, hanno chiesto invano al vescovo di ripristinare. Tutto iniziava il giorno precedente, quando le statue dei Santi prescelti per parteciparvi partivano dalle rispettive chiese in cui erano custodite per raggiungere, in sordina, il Duomo, la cattedrale dedicata, ovviamente, proprio a San Paolo, che la tradizione vuole essere passato per Aversa nel suo cammino verso Roma. Qui trascorrevano la notte per dare vita, il mattino successivo, ad una lunghissima processione alla quale partecipavano anche le diverse congreghe cittadine con le proprie tuniche di diverso colore che ne rendeva riconoscibile l’appartenenza.

La tradizione voleva che man mano che si avanzava ci fossero Santi sempre più importanti. Alla fine del corteo i Santi d’argento. Tra questi il magnifico busto di San Sebastiano trafitto da frecce (che fece parte dei pezzi pregiati esposti a New York in occasione della mostra sul Settecento napoletano negli anni Ottanta), un busto di San Donato (sottratto da mani sacrileghe negli anni scorsi dalla Chiesa dell’Annunziata) e, ovviamente, per ultimo, il busto di San Paolo. Ritenuti i Santi più importanti. Da qui il detto molto in voga ad Aversa «quando vedi i santi d’argento è fernuta ‘a processione» che sta ad indicare che quando si vedono in alcuni eventi le persone importanti, allora si è alla fine della manifestazione. In campo civile, uffici pubblici e scuole chiuse, banche con orario ridotto. – continua sotto –

A tavola, obbligatorio per tradizione, maccheroni imbottiti con polpettine, uova sode, salame, ricotta e l’immancabile mozzarella aversana, polpette rigorosamente fritte di carne mista suina e bovina, la polacca grande e la pietra di San Girolamo (fatta con cacao, zucchero e mandorle), i due dolci tipici aversani. Una tradizione culinaria ancora viva in città e anche in molte case di aversani immigrati. IN ALTO UNA GALLERIA FOTOGRAFICA

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