Donne moldave sfruttate come badanti e minacciate: sgominata banda

di Redazione

Un’attività investigativa condotta dai carabinieri del comando provinciale di Potenza, dal Nucleo Investigativo, dai colleghi del Comando Tutela del Lavoro di Roma, con l’indispensabile cooperazione della Polizia Moldava e dell’Eurojust, ha permesso di eseguire un decreto di fermo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza nei confronti di 6 indagati – 5 moldavi e un italiano – per far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. – continua sotto – 

L’organizzazione criminale reclutava donne di origine moldava come badanti e le collocava presso famiglie presso famiglie della provincia di Potenza e Matera, in nero ed in condizioni di grave sfruttamento lavorativo, con riguardo agli orari di lavoro, massacranti e continui, senza adeguato riposo, senza alloggio dignitoso, senza garanzie previdenziali ed assistenziali, con paghe che, al netto delle trattenute per i debiti maturati dalle donne e degli orari di lavoro, sono risultate di gran lunga inferiori a quelle previste. – continua sotto – 

Il sodalizio, capeggiato da Valentina Duca, per come ricostruito nel corso delle indagini sulla base degli elementi raccolti, si occupava dell’organizzazione dei viaggi tra la Moldavia e l’Italia eseguiti nella maggior parte dei casi da Mircea Axenti , in ciò agevolato dalla moglie Lilia Axenti che sovraintendeva alla fase organizzativa mediante la raccolta delle prenotazioni e l’acquisizione dei passaporti biometrici da cui venivano ricavati i dati delle donne utili alla predisposizione dei documenti contraffatti (certificati sanitari anticovid, contratti di lavoro, strumentali a garantire il passaggio della frontiera e altro). – continua sotto – 

Le donne così giungevano in Italia già gravate dal debito di viaggio a cui si aggiungeva l’ulteriore debito per l’alloggio messo a disposizione dal sodalizio in attesa del collocamento lavorativo, ubicato in pieno centro storico a Potenza, e la tangente, pari a 100 euro mensili, applicata sulla retribuzione a titolo di compenso per il procacciamento del lavoro. A garanzia del debito le stesse, su disposizione del capo, Valentina Duca, in ciò agevolata, dalle due fiduciarie Mariana Cristea e Laura Para, privava del passaporto le vittime a cui veniva restituito solo al saldo di quanto dovuto. – continua sotto – 

Le indagini hanno evidenziato che le badanti erano sottoposte a una perdurante intimidazione, esercitata anche per il tramite di Mircea Axenti, che le minacciava di aggredirle o di farle prostituire in caso di insolvenza o comunque di riluttanza alla rigida sorveglianza a cui erano sottoposte. Nei casi più gravi, -spiega ancora il procuratore capo di Potenza- si è avuto modo di rilevare come tale intimidazione sia sfociata in vere e proprie forme di costrizione fisica, come quella in danno di una donna che, su disposizione di Valentina Duca, veniva segregata nella stanza dell’alloggio del centro storico nella disponibilità dell’associazioni, e di aggressione, come quella in danno di una badante presa a pugni. – continua sotto – 

Lo stringente controllo che il sodalizio esercitava sulle donne, per come emerso da intercettazioni e dichiarazioni raccolte, durava per tutta la durata della permanenza in Italia, in quanto, veniva loro imposto di rientrare in Moldavia attraverso i viaggi organizzati ed effettuati dallo stesso Mircea Axenti. Le indagini hanno, inoltre, permesso di far luce sulle condizioni di degrado in cui le vittime erano costrette a vivere, sia durante la permanenza nell’abitazione nella disponibilità del sodalizio, sia in taluni casi nelle abitazioni delle famiglie in cui venivano impiegate, in quanto, costrette a dormire sul pavimento, a condividere lo stesso letto in più persone, talvolta anche con lo stesso soggetto assistito. – continua sotto – 

Il quadro indiziario relativo allo sfruttamento lavorativo è stato acquisito anche attraverso una attenta osservazione dell’orario di impiego delle donne risultato, di fatto, gravemente difforme rispetto alle vigenti disposizioni del Contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria, in quanto in molti casi le stesse venivano impiegate h/24 con rinuncia al riposo giornaliero ed al riposo settimanale. Le condizioni di lavoro, per come emerso dalle investigazioni, venivano imposte da Valentina Duca che si occupava del collocamento delle badanti presso le famiglie, concordando durata e modalità di impiego presso i soggetti collocatari, secondo un tariffario prestabilito unilateralmente dalla donna rispetto a cui le badanti non avevano alcun potere di autodeterminazione contrattuale. – continua sotto – 

Infine, sono stati acquisiti elementi indiziari considerati gravi dagli inquirenti che evidenziano la capacità organizzativa del sodalizio, che nel solo periodo compreso tra gennaio e maggio di quest’anno, ha effettuato ben sedici viaggi tra l’Italia e la Moldavia, malgrado le restrizioni alla circolazione delle persone imposte dall’emergenza sanitaria in atto. Tale capacità organizzativa si è espressa anche attraverso la meticolosa cura della logistica, essendo emersa la costante disponibilità di una sorta di taxista, Ugo Caivano, impegnato nel garantire gli spostamenti delle badanti secondo le disposizioni impartitegli da Valentina Duca. Durante le indagini è stato possibile quantificare un numero complessivo di 87 vittime. IN ALTO IL VIDEO

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