Aversa, abitazioni nell’area ex Texas: anche Cds dà ragione ai Cesaro, Comune “dimentica” istanza

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Doveva essere la realizzazione del sogno industriale aversano, sarà l’ennesima colata di cemento, sebbene legittima. Case, villette, edifici in quella che è stata l’area della ex Texas Instruments con uno stabilimento progettato dall’architetto Pierluigi Nervi. Un’oasi (una volta, ora solo degrado) nella quale sono stati realizzati anche componenti elettronici utilizzati nelle missioni “Apollo” che hanno portato l’uomo sulla luna. – continua sotto –

Poi la scelta dell’azienda statunitense di lasciare Aversa e l’arrivo di improbabili industriali sino all’acquisto dell’area da parte di una società vicino alla famiglia Cesaro di Sant’Antimo. Famiglia forte politicamente, ma che non era riuscita a realizzare case in quell’area. Nel 2010 l’amministrazione guidata dall’allora sindaco Domenico Ciaramella (Forza Italia, stesso partito dei Cesaro) escluse dall’applicazione del Piano casa regionale (cioè dalla possibilità di realizzare case) le aree industriali come quella in questione. – continua sotto –

Oggi il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del Tar Campania che aveva riconosciuto il diritto dei proprietari della Texas di attuare il Piano casa regionale anche in quell’area. Una circostanza che il Consiglio comunale aveva escluso, come detto, nel 2010 con ricorso dei proprietari che, difesi dall’avvocato Fabrizio Perla, dopo aver vinto dinanzi al Tar nel 2014, hanno visto la sentenza confermata dal fatto che il Comune non ha presentato (con scadenza del 2019, quando si sono succedute tre amministrazioni: quella di Enrico De Cristofaro, del commissario prefettizio e dell’attuale sindaco Alfonso Golia) l’istanza per la fissazione dell’udienza di secondo grado. Adesso, salvo improbabili colpi di scena, bisognerà subire l’ennesima colata di cemento con l’abbattimento dello stabilimento. – continua sotto –

Una situazione che sembra aver colto di sorpresa l’attuale amministrazione “arcobaleno” che, in teoria, sembrerebbe aver dato istruzioni al legale difensore del Comune di Aversa. Un’amministrazione che, sebbene sia in carica oramai da oltre due anni, non ha adottato il Puc. Lo potrebbe fare ora facendo scattare le norme di salvaguardia e bloccando una quasi certa richiesta di permesso a costruire da parte della società proprietaria dell’area in questione. Anche se c’è chi evidenzia che il Piano Casa agisce in deroga agli strumenti urbanistici.Il sindaco Alfonso Golia preferisce approfondire la questione prima di prendere una posizione. Stessa cosa per il suo vice con delega all’Urbanistica, Marco Villano, anche se aggiunge: «Rimane, comunque, ferma la scelta di questa amministrazione di consumo di suolo zero». – continua sotto –

Nette le dichiarazioni da parte dei rappresentanti delle opposizioni. Pone una serie di domande, pesanti, che necessitano di risposte, il capogruppo del Partito Democratico Paolo Santulli: «Valuteremo approfonditamente la questione. Di chi è la responsabilità dell’inadempienza che ha portato a questo risultato? Ci sono responsabilità politiche ed amministrative. Qualcuno dovrà pagare. Curiosi certi accanimenti, da un lato ad ostacolare situazioni di diritto e da un altro a trascurare la tutela della città da cementificazioni già bocciate dall’Ente. Non credo nelle casualità, da sempre c’è gente che ci marcia. Vedremo». «La sentenza del Tar Campania che riconosce ai proprietari dell’ex Texas di poter usufruire del Piano casa – ha dichiarato Gianluca Golia – sicuramente espone il territorio ad un nuovo potenziale esercizio di cementificazione. L’unica cosa che mi auguro è che verranno adottate tutte le misure affinché il Comune possa vigilare in modo attento al futuro di questa vicenda».

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