Aversa, beni confiscati nel piano socio-sanitario. Di Santo: “Bersaglio di attacchi politici”

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Ha inserito buona parte dei beni immobili confiscati nel piano di zona dell’Ambito Socio Sanitario C6 affinché siano utilizzati per fini sociali. Una decisione coraggiosa che, però, ha portato l’assessore del relativo settore del Comune di Aversa, Luigi Di Santo, a diventare bersaglio di vari attacchi politici. «Si è vero. Nelle ultime settimane – ha dichiarato i neo assessore e docente presso l’università di Cassino – ho notato un certo malevolo interesse nei miei confronti. Io sono un assessore tecnico e penso solo a lavorare per il bene della Città. Ho appena preparato un provvedimento per l’instaurazione della figura del Disability Manager nel nostro Comune. Ma un sindaco molto più esperto e prestigioso di me mi diceva pochi giorni fa che quando si lavora per riportare alla legalità i beni confiscati, come è stato fatto in questo Piano di Zona, diventa fisiologico subire attacchi personali». – continua sotto – 

Ad attaccare Di Santo, qualche giorno fa, anche i sindacati, in particolare Cgil, Cisl e Uil, che hanno parlato di mancato coinvolgimento nell’approvazione del piano di zona dell’Ambito C6. «Sono molto dispiaciuto – ha dichiarato l’assessore – dalla presa di posizione delle tre sigle sindacali circa l’approvazione del piano di zona dell’ambito C06 che ha visto per la prima volta concretizzarsi una vera concertazione con le associazioni, le scuole e altre realtà territoriali, nella massima trasparenza, instaurando un metodo nuovo. Il Comune ha convocato tutti attraverso un avviso pubblico, anche le parti sociali naturalmente». Critiche sindacali che sembrerebbero rientrate visto che l’assessore della giunta aversana afferma: «Ho già ascoltato i tre sindacati, ai massimi livelli, nella giornata di ieri. In assoluto spirito di collaborazione e comprensione reciproca. Siamo insieme tutti convinti, che non vi era nessuna intenzione di escludere i sindacati dalla discussione sociale. Convocherò io stesso, in accordo con le tre sigle, in pochi giorni un Tavolo con i Sindacati per discutere del Piano di Zona e di altre questioni inerenti il Sociale. Per quanto mi riguarda il ruolo dei Sindacati è fondamentale». – continua sotto – 

I beni confiscati che sono o stanno per essere appannaggio del Comune di Aversa sono ben nove: quattro appartamenti in via de Chirico di cui tre utilizzati quali sedi di uffici comunali con il quarto che sarà utilizzato per fini istituzionali sociali nell’ambito del Piano di Zona Ambito C6 così come gli edifici di via Altavilla, via Gramsci, via Madonna dell’Olio, via Kennedy e via Garofano. Nel piano dell’Ambito Socio Sanitari C6, che comprende, oltre Aversa che ne è capofila, i comuni di Carinaro, Casaluce, Cesa, Gricignano di Aversa, Sant’Arpino, Orta di Atella, Succivo e Teverola, infatti, sono stati istituiti 10 ‘Assi’ sui cui costruire il piano di zona, scaturiti dalla discussione del 29 marzo, ovvero: stabilizzazione dei senza fissa dimora; osservatorio per il contrasto alla povertà; centro diurno del minore; uso sociale dei beni confiscati; contrasto dello spreco delle risorse; servizio individuale per le persone non vedenti; autismo e sindrome di down; trasporto disabili e terapia. Ptri; dopo di noi: supporto alle disabilità gravi, caregivers; povertà educative.

La proposta, illustrata anche sul piano finanziario, è stata accolta positivamente, in particolare per la metodologia innovativa. Non a caso, infatti, l’assessore Di Santo, visibilmente soddisfatto, ha concluso: «Abbiamo inaugurato un metodo nuovo. Siamo partiti dall’ascolto, dal basso. Insieme con le Associazioni, con il mondo reale, abbiamo costruito il piano di zona. E abbiamo cominciato a raccogliere e monitorare dati per avere contezza del contesto su cui intervenire. Il prossimo passo sarà costruire una rete solida di copartecipazione con il mondo associativo attraverso incontri periodici, attivando tavoli di competenza coprogettuale, che serviranno a rispondere ai bisogni e a valutare l’efficacia delle risposte nel segno di un modello integrato mai visto prima». Un modello che vede coinvolti, con un utilizzo concreto i beni immobili oggetto di confisca a soggetti coinvolti in organizzazioni delinquenziali. Una svolta, almeno ad Aversa e dintorni, che sembrerebbe dare fastidio.

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