India, falsi tamponi per arrivare in Italia: “Con 30 dollari su aereo anche se malati”

di Redazione

Nell’ultimo volo arrivato dall’India all’aeroporto di Fiumicino, il 9% dei passeggeri, compresi due membri dell’equipaggio, è risultato positivo al Covid-19. Ciò nonostante fossero tutti in possesso di un certificato di negatività. Come è potuto accadere? A quanto pare, alcuni avrebbero acquistato un certificato falsificato prima di partire. – continua sotto – 

30 dollari per un certificato falso – A raccontare la vicenda è il quotidiano “Il Messaggero” che ha ascoltato le testimonianze di diversi passeggeri giunti mercoledì sera nello scalo romano con un volo partito da Nuova Delhi. “Il tampone non l’ho fatto, ma ho pagato (30 dollari, circa 25 euro, ndr.) per farmi rilasciare un falso certificato col timbro”, ha raccontato uno dei 223 passeggeri che, poi, appena arrivato in Italia è stato subito sottoposto a tampone rapido. In tal modo è stato aggirato l’obbligo, previsto anche in India, di imbarcarsi solo se si è in possesso di tampone negativo effettuato entro 48 ore dalla partenza. A denunciare il “mercato nero” dei certificati farlocchi sono anche gli stessi media indiani che parlano di sequestri di laboratori dediti a queste falsificazioni. Già ieri, dopo due posticipi, è stato annullato un volo proveniente da uno scalo dell’India, il cui atterraggio era previsto alle 14 a Fiumicino. – continua sotto – 

Chi rispetterà l’isolamento? – Ad ogni modo, chi arriva in Italia dall’India, dovrebbe, anche se negativo al test, mettersi in isolamento per 14 giorni. Ma il sistema, naturalmente, non è affidabile poiché è impossibile controllare controllati tutti coloro che dovrebbero sottoporsi alla quarantena, appunto, “fiduciaria”. Non a caso, l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, che continua a chiedere il blocco totale dei voli dall’India, afferma: “Davvero pensiamo che un lavoratore tornato dall’India legge l’ordinanza e di sua iniziativa decide di isolarsi? Serve un sistema del tutto differente, bisogna recuperare le liste dei passeggeri tornati dall’India, dal Bangladesh e dallo Sri Lanka, e inviarle alle varie Asl”. – continua sotto – 

Micro zona rossa a Sabaudia – A fronte di questa situazione, il rischio è quello di ritrovarsi come nell’estate del 2020 quando dal Bangladesh, nonostante le ordinanze, rientrarono in Italia persone contagiate che causarono poi diversi focolai. E se, come oggi pare, la variante indiata del Covid risulta essere tra le più contagiose, potrebbe verificarsi un rialzo della curva epidemica. Già a Sabaudia, sul litorale romano, la frazione Bella Farnia è stata dichiarata “zona rossa” per i troppi casi di Covid (finora 86 su 550 tamponi effettuati) nella consistente comunità Sikh dove si contano almeno 30mila persone, tra regolari e irregolari, in gran parte impiegate come braccianti agricoli.

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