Parete, gruppo di genitori della scuola media chiede Didattica a Distanza

di Redazione

Parete (Caserta) – “Ci stiamo battendo da prima che iniziasse l’anno scolastico affinché venga presa in considerazione l’utilizzo della didattica a distanza facoltativa per ovviare a problematiche di diversa natura. È davvero irrazionale che i dirigenti scolastici innalzino muri insormontabili, che si debba interagire con i docenti esclusivamente mediante videoconferenza mentre i nostri ragazzi possono tranquillamente frequentare la scuola”. Così Francesco Masucci, a nome di diversi genitori della scuola secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo “Basile Don Milani” di Parete, preoccupati per l’escalation di contagi da Covid-19. Proprio a Parete, la scuola media ha chiuso lo scorso 2 ottobre per la sanificazione dei locali dopo che uno studente è risultato positivo al tampone.

Quello dei genitori è un appello rivolto innanzitutto alle autorità di governo nazionale e successivamente a quelle territoriali. “Ciò che è davvero sconcertante – continuano i genitori in una mail inviataci – è che nessuno (a partire da chi governa la nazione) abbia speso un solo decimo di un solo neurone per dare un’alternativa ai genitori che, per qualunque motivo, non possono o vogliono ‘rischiare’ nel mandare a scuola i propri figli. Perché il ‘rischio’ c’è, è evidente, è indiscutibile, è riconosciuto da tutte le autorità in causa; c’è chi addirittura lo ha definito ‘sperimento”’ e la scuola non può assolutamente essere definita tale (quando in gioco c’è la salute). Eppure, una simile soluzione avrebbe evitato tanti disagi succeduti all’apertura delle scuole e che tuttora sono in essere, come: gli spazi ambientali, il distanziamento in classe, la disponibilità di risorse umane, materiali ed economiche, le esigenze lavorative dei genitori (compromesse dalle turnazioni), eccetera. Tale soluzione non favorirebbe ne danneggerebbe alcuna parte interessata”.

“Ciò, però, che davvero mi inquieta – continua Masucci a nome dei genitori – è che nessuno abbia considerato il caso in cui un alunno possa essere veicolo di contagio per i familiari (nello stesso domicilio) per i quali il virus causerebbe gravi conseguenze (in molti casi la morte) poiché già aventi un notevole deficit immunitario. Ovviamente, poi, la soluzione potrà essere contemplata quando ormai ‘ci è scappato il morto’; vorrei che almeno una volta si faccia un provvedimento per prevenire e non per riparare”. Sono due le richieste inviate finora alla dirigenza scolastica, al sindaco e all’Ufficio scolastico provinciale. “Ad oggi – fa sapere Masucci – ho ricevuto soltanto una ‘automatica’ e formale risposta dalla dirigente scolastica, la quale scrive che ‘la Dad non è stata organizzata”.

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