Dalla Dad alla Dab: a Napoli un maestro fa didattica dai balconi

di Redazione

Da quando le scuole sono chiuse, i bambini campani sono tornati a fare lezione online. Ma non tutti. In tempi di didattica a distanza (Dad), infatti, un maestro, Tonino Stornaiuolo, ha invece inventato la Dab: la didattica ai balconi. Munito di poesie di Gianni Rodari e mascherina, ha portato la scuola nei vicoli dei Quartieri Spagnoli di Napoli, sotto casa dei suoi studenti che, affacciati ai balconi, hanno riprovato la gioia di una lezione quasi normale. “La situazione attuale è delicata e seria, ma noi dobbiamo mostrare ai bambini che le difficoltà, insieme, possono essere superate”, ha scritto il maestro su Facebook.

Il maestro si è recato a piedi sotto casa dei suoi allievi e ha letto e spiegato loro Gianni Rodari. Dai balconi non si sono affacciati solo i bambini, ma anche genitori e vicini, conquistati dall’iniziativa, annunciata dallo stesso maestro il 18 ottobre tramite Facebook: “In Campania parte la Dad – ha scritto – Io e i bambini delle classi proveremo invece la Dab – didattica ai balconi. Passerò sotto i balconi, i palazzi, le strade, le case, i vicoli di ognuno di loro e continuerò quello che avevamo lasciato sospeso in classe: leggere Rodari e partire da quei testi per dare una consegna”. “In questi tempi difficili, dove la situazione è seria, il tempo di incertezza e paura la fa da padrone. Lasciamo sperare e credere ai bambini che nel rispetto di ogni regola, piccoli gesti di condivisione sono ancora possibili. A distanza, mascherati, da soli, ma nulla è perduto. È un tempo difficile, facciamo di necessità virtù”, ha aggiunto.

Sempre su Facebook, Stornaiuolo ha poi commentato il primo giorno di Dab: “Vengo ora stanco ma super carico dalla giornata di Dab (didattica ai balconi). La bellezza di vedere i bambini felici, di narrare con e per loro nelle strade, nei vicoli, dai balconi. L’emozione e la gratitudine dei genitori era incontrollabile, ma sono io che ringrazio loro. Abbiamo letto Rodari con la gente che si affacciava dai palazzi e dai bassi. Eravamo distanziati, mascherati, pochi e nella più totale sicurezza. Non ho tante altre parole perché ancora frastornato dalle emozioni e dagli occhi dietro le mascherine. Di necessità virtù”.

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