Aversa, quando Aldo Moro incontrava studenti e sostenitori alla stazione ferroviaria

di Nicola Rosselli

Aversa (Caserta) – Perché una targa per ricordare Aldo Moro ad Aversa? In particolare nell’atrio della stazione ferroviaria? Qual è il legame tra il grande statista democristiano sequestrato e trucidato dalle Brigate Rosse dopo due mesi di prigionia e la città normanna? Sino a quando il quotidiano “Il Mattino”, lo scorso anno, non pubblicò la vicenda delle soste ad Aversa e alcune foto aversane del presidente della Democrazia Cristiana, erano in pochi a conoscere questa spigolatura da addetti ai lavori. A rivelarla Alberto Coppola, docente di legislazione urbanistica presso la facoltà di architettura della Federico II, figlio del senatore scudocrociato Mattia, che gli raccontava degli incontri di Moro nella stazione ferroviaria di Aversa.

Un’occasione che era offerta non solo agli studenti aversani, ma anche agli esponenti democristiani locali che ne approfittano per incontrarlo. Incontri che avvenivano quando lo statista pugliese, originario di Maglie, in provincia di Lecce, attendeva la coincidenza per Roma o per Lecce, appunto. Quando l’attesa era più lunga, Moro metteva a frutto anche queste occasioni. Dava appuntamento ai suoi studenti (insegnava diritto penale) per consentire loro di visitare quello che era uno dei più importanti ospedali psichiatrici giudiziari d’Italia, il “Filippo Saporito”. A testimonianza di queste visite due foto d’epoca. In una, preso la sala d’attesa della stazione, ci sono Moro, il senatore Coppola, il dirigente della Dc locale Cesare Perla. In un’altra foto si vede Moro in visita al “Saporito” con i suoi studenti.

Questo legame sarà ufficializzato con l’apposizione della targa nel pomeriggio di venerdì 31 luglio, alle ore 16, nel piazzale adiacente la stazione ferroviaria. Sarà presente il ministro per l’Università e la Ricerca, Gaetano Manfredi. Interverranno il sindaco di Aversa, Alfonso Golia, e il vescovo della Diocesi, monsignor Angelo Spinillo. È stato proprio il primo cittadino aversano a volere lasciare una testimonianza materiale di un legame che travalica i tempi grazie all’insegnamento del grande statista martire del terrorismo. “Ringrazio Rfi per aver accolto la richiesta che abbiamo presentato di poter porre una targa che ricordasse questi episodi e attraverso cui vogliamo ricordare un grande statista, un grande uomo, barbaramente ucciso dalle Brigate rosse, che aveva un legame con la nostra città”, ha dichiarato il sindaco Golia che è anche un seguace del pensiero di Moro.

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