Aversa, palazzine San Lorenzo: idea cessione all’Acer per disinnescare “bomba sociale”

di Livia Fattore

Aversa (Caserta) – Cedere i 127 alloggi di proprietà comunale di via San Lorenzo all’Acer, la società che ha preso il posto dell’Iacp – Istituto Autonomo Case Popolari nella gestione degli immobili di edilizia popolare. Potrebbe essere questa la soluzione della spinosa gestione degli alloggi che da poco meno di trenta anni hanno rappresentato una vera e propria spina nel fianco delle amministrazioni che si sono succedute in questi ultimi decenni.

“Abbiamo avviato – ha dichiarato il sindaco di Aversa, Alfonso Golia, interpellato sul tema – un’interlocuzione con l’Acer per affrontare a trecentosessanta gradi tutte le questioni inerenti l’edilizia popolare residenziale esistente nella nostra città. C’è questa ipotesi sugli immobili di San Lorenzo sulla quale abbiamo iniziato a lavorare ma c’è anche un progetto più ampio di rigenerazione urbana dell’esistente con la riqualificazione di servizi e Infrastrutture. C’è grande attenzione per le nostre proposte. Ricordo – conclude il primo cittadino – anche che abbiamo chiesto e ottenuto che l’Acer intervenga sulle aree verdi di propria competenza”.

Insomma, è in atto un tavolo di concertazione che dovrebbe portare ad una rivalutazione complessiva di quelli che sono i quartieri delle case popolari ubicati tutti, con piccole eccezioni, nella zona di Aversa Nord, a confine con Teverola. Zone sino ad oggi considerate terra di nessuno, con servizi inesistenti e degrado a farla da padrone. In verità, una inversione di tendenza si è registrata proprio in questi giorni con la pulizia radicale di piazza Giovanni XXIII e dintorni. Luoghi completamente dimenticati, suburre degradate dove anche la raccolta dei rifiuti avviene a singhiozzo.

Tornando agli alloggi di via San Lorenzo, dopo le attività messe in atto da Michele Ronza, vicesindaco della precedente giunta De Cristofaro, nel 2018 e le proteste degli occupanti gli alloggi (praticamente tutti abusivi salvo rarissime eccezioni), quasi tutti stanno pagando i ratei di fitto. Resta, però, tutto il precedente dagli anni novanta ad oggi e su questa situazione si è abbattuta la scure della procura regionale della Campania della Corte dei Conti che ha coinvolto sia amministratori che dirigenti comunali con addebiti per decine (in alcuni casi centinaia) di migliaia di euro. In pratica, salvo rarissime eccezioni, nessuno degli occupanti ha mai pagato il fitto e il Comune che non ha mai chiesto loro il dovuto. Nel corso degli anni, poi, c’è stato chi ha ceduto il possesso in maniera onerosa ad altri, chi ha occupato case di persone decedute, chi ha “ereditato” l’alloggio. In pratica, tra chi è decaduto perché moroso e chi ha occupato senza alcun titolo gli alloggi, ora sono tutti o quasi abusivi. Un bel grattacapo, una vera e propria bomba sociale per l’amministrazione comunale normanna che dovrebbe, in teoria, sfrattare tutti gli occupanti e dare il via ad una attività di manutenzione straordinaria il cui costo non potrebbe permettersi. Gli amministratori precedenti si sono barcamena tra le cose da fare, senza, però, evitare gli strali della magistratura contabile.

Golia e soci, invece, per disinnescare tale bomba sociale, hanno scelto di percorrere questa strada della cessione all’Acer che ha quale compito primario proprio la gestione di immobili, attività certamente non proprio peculiare di un ente comunale. Ovviamente, l’accordo non sarà e non potrà essere semplice da raggiungere. Tanti, troppi gli elementi sul tappeto dei quali si dovrà tenere considerazione, non ultimo il problema dell’attuale stato degli immobili che in questi circa trenta anni di vita non hanno mai ricevuto un minimo di manutenzione da un ente che, non ricevendo da essi entrate, ha scelto, di controcanto, di non spenderne.

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