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Mondragone, striscioni contro Salvini: “Torna nella fogna”

Striscioni contro Matteo Salvini sono affissi sui balconi di uno degli ex Palazzi Cirio, la “mini zona rossa” di Mondragone (Caserta) dove è atteso il leader della Lega. “Salvini carogna, torna nella fogna” e “Mondragone non si Lega: via Salvini dal meridione”, sono le scritte che compaiono sugli striscioni. Dallo stesso palazzo è esposto anche uno striscione di sostegno all’ex ministro: “Salvini metti ordine”, si legge. Presenti anche alcune bandiere con il tricolore.
Intanto, sulla visita dell’ex ministro dell’Interno nella città del litorale domizio si registra l’intervento di Roberto Saviano, secondo il quale Salvini dovrebbe chiedere perdono: “Matteo Salvini – scrive l’autore di Gomorra – oggi pomeriggio sarà a Mondragone. Dove può peggiorare le cose, lì va lui. Dove può acuire i contrasti, lì arriva lui. Avverte che sarà proprio in una zona vicina alle palazzine ex Cirio, dove nei giorni scorsi c’è stato un focolaio di Covid e sono seguiti scontri. Cosa farà Salvini a Mondragone, citofonerà alle palazzine ex Cirio per chiedere se per caso lì abita un positivo al virus? Qualunque cosa Salvini andrà a fare a Mondragone, non pronuncerà l’unica parola che dovrebbe pronunciare: perdonatemi. Perdonatemi per come ho gestito l’emergenza migranti, per come vi ho messi gli uni contro gli altri solo per mio tornaconto personale. Perdonatemi per non avervi spiegato che se gli immigrati sono senza diritti e senza contratti di lavoro, il mercato del lavoro sarà iniquo anche per voi perché, se ci sono persone costrette a lavorare in condizioni disumane per 2 euro all’ora, chi sarà disposto a pagare il giusto? Perdonatemi per aver sempre cercato un nemico per legittimare la mia esistenza in politica. Prima erano i meridionali, poi però mi è servita la loro rabbia che si è trasformata in voti e quindi ho creato un nuovo nemico che potesse essere trasversale, di tutti: lo straniero. Perdonatemi per aver messo me stesso e le mie ambizioni politiche davanti finanche alla sicurezza e alla salute degli italiani. Perché il virus – di questo abbiamo prove inconfutabili – dilaga non solo dove le fabbriche non si fermano, ma anche dove mancano diritti. E chi blocca diritti è responsabile della diffusione del virus”.
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