Aversa, falso account Fb per “voto di scambio”: chiesta archiviazione per Graziano e Fiorenzano

di Antonio Taglialatela

Aversa (Caserta) – Aveva creato un falso account Facebook del consigliere regionale Stefano Graziano, tramite cui era stata creata una situazione di “voto di scambio”, ossia un appoggio elettorale a favore di Pasquale Fiorenzano, candidato alla carica di consigliere comunale di Aversa alle amministrative del maggio 2019, in cambio del superamento di un concorso per operatore socio-sanitario. Poi la denuncia alle autorità. Una vicenda che aveva suscitato clamore subito dopo la vittoria della coalizione di centrosinistra guidata da Alfonso Golia, che aveva visto anche l’elezione di Fiorenzano, finendo al centro di un’indagine della Procura di Napoli Nord. Oggi emerge che era tutto completamente inventato, tant’è che il sostituto procuratore Patrizia Dongiacomo, titolare del fascicolo, ha chiesto al giudice per le indagini preliminari l’archiviazione del procedimento.

Tutto era nato dall’esposto di un cittadino, il quale dichiarava di aver avuto contatti, nel corso delle elezioni amministrative del maggio 2019 ad Aversa, con Stefano Graziano, consigliere alla Regione Campania, e con Pasquale Fiorenzano, candidato della coalizione di Golia, precisando che, mediante l’intermediazione di un’altra persona, avrebbe favorito l’elezione di Fiorenzano, ricevendo in cambio la promessa inerente il superamento di un concorso come operatore socio sanitario. Le dichiarazioni rese in sede di denuncia venivano confermate nel corso dell’interrogatorio reso dal denunciante, il quale, tra l’altro, allegava file relativi alle conversazioni avute con gli altri indagati mediante messaggistica WhatsApp e Facebook. Tra questi figuravano, in modo esplicito, alcuni messaggi relativi al profilo Facebook “stefano.graziano.940” in cui si faceva espresso riferimento al concorso ed ai voti procurati. Tra questi, in particolare, venivano indicati messaggi quali “Buongiorno…io come ho promesso faccio il mio dovere però si ricordi che domani mio cognato ha la prova”. Messaggio al quale il profilo attribuito a Graziano rispondeva: “Sta tranquillo…pensa a fare i voti per il resto ci penso io…ahhianio chiesto anche per lui il 30”. Venivano poi effettuate ulteriori attività investigative, con particolare riferimento al profilo social indicato. La Polizia Postale otteneva dalla società Facebook l’indirizzo Ip relativo alla connessione utilizzatrice del profilo e dall’analisi degli altri dati forniti dalla società Wind emergeva che l’indirizzo Ip era condiviso da 23 Ip privati, assegnati ad altrettanti “caller id” completi di anagrafica. Fra questi emergeva un’utenza intestata al denunciante. In sostanza, scrive il pm, “risultava che lo stesso denunciante aveva creato il falso profilo Facebook, riportante i messaggi che sarebbero stati condivisi con Graziano Stefano”.

Pertanto, alla luce di quanto emerso, per il pm i fatti esposti in denuncia non appaiono assumere la necessaria attendibilità in ordine a quanto realmente accaduto nel corso delle elezioni amministrative. In ordine ai file relativi ai messaggi inviati e ricevuti dagli altri indagati, per lo stesso pm il contenuto “appare del tutto generico” facendo riferimento solo ad un appoggio elettorale dato dal denunciante nell’ambito delle elezioni. Né ulteriori elementi sono stati forniti dagli indagati, rinunciando questi agli interrogatori richiesti. Quanto esposto dal denunciante, in definitiva, “non appare supportato dai necessari riscontri”, anzi, sottolinea il sostituto procuratore, “le sue stesse dichiarazioni sono risultate inficiate dalle prove fornite, artatamente precostituite dallo stesso”.

Graziano: “Un grande falso costruito ad arte” – “Avevo scelto di non divulgare la notizia in attesa che il giudice per le indagini preliminari firmasse il provvedimento di archiviazione rendendolo definitivo. Volevo che anche arrivasse la parola fine su questa brutta vicenda, ma di fronte alla solita macchina del fango che puntualmente si è messa in moto ho cambiato idea. Non c’è stata alcuna richiesta di rinvio a giudizio ma una richiesta di archiviazione”. Così Stefano Graziano, difeso nel procedimento dall’avvocato Vittorio Giaquinto, subito dopo la firma del provvedimento da parte del gip. “Chi è ossessionato da me se ne faccia una ragione. – continua il consigliere regionale – L’inchiesta di Aversa era basata su un grande falso costruito ad arte per danneggiare la mia figura politica. Un falso account Facebook con la mia fotografia e il mio nome e cognome nella cui chat di Messenger si parlava di impegni non mantenuti circa un concorso nella sanità. Un falso, fatto male come abbiamo dimostrato anche con l’ausilio di Facebook che ha riscontrato gli indirizzi Ip dei soggetti coinvolti. Questi mesi sono stato in silenzio perché ho sempre avuto rispetto e fiducia nella magistratura, rispetto e fiducia che ribadisco anche oggi con l’auspicio che adesso si vada a fondo di questa vicenda attorno cui ci sono tante ombre che non riguardano me e le altre persone vicine a me che erano state coinvolte ingiustamente”.

Fiorenzano: “Maligni facciano i conti con la propria coscienza” – “In questi mesi spesso la sera le lacrime dei miei genitori e dei miei affetti mi hanno tolto il sonno. Con gli occhi pieni di emozione dedico questo giorno a chi non ha mai dubito di me. Ai maligni da oggi possono fare i conti con la propria coscienza. Ma la Giustizia prima o poi trionfa”, commenta Pasquale Fiorenzano, rappresentato dagli avvocati Enzo Guida e Giuseppe Stellato.

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