Aversa, il Sagliano diventato un ospizio “anti Covid” grazie a don Pasqualino

di Livia Fattore

Aversa (Caserta) – L’ospizio intitolato a Giacinto Sagliano, quello che è stato negli anni il mendicicomio per i poveri di Aversa, rappresenta un’oasi di tranquillità in pieno centro cittadino. Con i suoi poco meno di cinquanta ospiti, tutti senza particolari problemi di salute, rappresenta una realtà positiva in questo momento in cui gli ospizi, le residenze per anziani come vanno definiti oggi, sono nell’occhio del ciclone.

Una situazione che è tutto merito di una intuizione avuta da don Pasqualino de Cristofaro, amministratore delegato dal vescovo per gli affari relativi alla Fondazione Sagliano – un vivace sacerdote di «appena» 84 anni che rivela: «Il merito e il segreto di questa situazione che vede tutti gli ospiti del Sagliano non avere particolari problemi sta tutto nella mia decisione di chiudere la struttura ad infiltrazioni esterne tre giorni prima del Dpcm che dava il via alla quarantena di massa ad inizio marzo. Una scelta di cui sono orgoglioso. I dodici dipendenti che mandano avanti la struttura con il loro lavoro sono forniti di tutti i dispositivi di prevenzione e sono costantemente monitorati».

Don Pasqualino, poi, rivela: «Qualche giorno fa l’Asl ha inviato ben quattro medici in ispezione presso la nostra struttura. Erano bardati come astronauti, hanno effettuato un’accurata ispezione al termine della quale non hanno avuto nulla da eccepire». Ma quali sono i numeri di questa struttura sorta grazie ad un lascito del filantropo Giacinto Sagliano, originario di San Marcellino, che, grazie alla sua fondazione, oramai dal 1912, oltre cento anni fa, ha consentito tantissima beneficenza? «Sulla carta – afferma il sacerdote che è anche rettore di una delle più belle, se non la più bella chiesa di Aversa, quella barocca dedicata a San Francesco – abbiamo i permessi e la possibilità di ospitare 80 persone, ma, per motivi di opportunità ne ospitiamo, attualmente, 42, tutti aversani, come da disposizioni testamentarie del benefattore, con un’età che va dai 60 ai 100, di cui 26 donne e 16 uomini».

Sino a qualche mese fa al Sagliano c’era anche una nonnina di 104 anni che era lì da quando ne aveva 97. Ad inizio anno è venuto meno Liberata, una simpatica vecchietta, quasi centenaria per la quale si stava già preparando la festa (per la quale era già stato allertato anche il sindaco della città normanna Alfonso Golia che aveva garantito la propria presenza) per l’importante ricorrenza. «A queste 42 persone – continua don Pasqualino con il sorriso sulle labbra – garantiamo praticamente un servizio completo, anche di lavaggio dei vestiti. Non abbiamo una retta fissa. Ognuno paga per come può relativamente alla pensione che percepisce, pensione che, si badi sono gestite dai familiari. Per chi non ha nulla ci viene in aiuto il Comune con il quale abbiamo una convenzione».

E, a proposito di Comune, dal giorno dopo l’avvio della quarantena collettiva, in un’ala in disparte della struttura che ha anche un bellissimo giardino interno, il Sagliano ospita anche sei senzatetto. «Mi telefonò il sindaco – racconta il sacerdote aversano – chiedendomi di aiutarlo a far rispettare la quarantena a sei senzatetto. Lo abbiamo fatto senza pensarci più di tanto. Da allora, e siamo oltre il mese, anche per loro servizio completo. Tanto che pensiamo anche alle sigarette per non creare traumi e ingenerare tensioni e nervosismi tra gli ospiti in questo particolare momento». Palazzo Sagliano è un grazioso edificio liberty ubicato in via Roma, di fronte all’ingresso del Parco Pozzi, in pieno centro cittadino. Al suo interno un bello e grande giardino che consente agli ospiti di trascorrere dei momenti di serenità all’aria aperta.

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