Addio a Luciano De Crescenzo, il grande filosofo del cinema italiano

di Redazione

E’ morto a Roma, all’età di 90 anni, Luciano De Crescenzo. L’ingegnere scrittore, regista e attore napoletano soffriva da anni di una malattia neurologica ed è deceduto per le conseguenze di una polmonite. Considerato “l’ingegnere filosofo”, De Crescenzo ha scritto oltre 50 libri, venduto oltre 18 milioni di copie nel mondo di cui 7 milioni solo in Italia. Le sue opere sono state tradotte in 19 lingue e diffuse in 25 Paesi. Nel giro di pochi giorni, dopo Andrea Camilleri, l’Italia perde un’altra colonna portante della sua cultura.

Arrivato al grande pubblico dapprima come ironico divulgatore della filosofia, autore di bestseller di saggistica tradotti in decine di lingue, e poi come regista, attore e conduttore televisivo, De Crescenzo era nato il 20 agosto 1928  a Napoli, nel borgo di Santa Lucia. Abitò al civico 40 di via Generale Orsini, nello stesso stabile in cui era nato il suo storico amico e compagno di elementari Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer. Viveva ormai da tempo a Roma, assistito fino all’ultimo dalla figlia Paola, dal genero, dai nipoti e dal suo storico agente Enzo D’Elia.

Dopo essersi laureato in ingegneria idraulica col massimo dei voti presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, la Ibm lo assunse in qualità di rappresentante commerciale. Promosso dirigente, decise di lasciare il suo lavoro e dedicarsi a tempo pieno alla scrittura, favorito anche dall’interessamento di Maurizio Costanzo, padrino della sua prima opera, Così parlò Bellavista. Grazie anche alla partecipazione al talk show Bontà loro condotto da Costanzo e ad altre manifestazioni pubbliche, fra il 1976 e il 1977 il suo libro vendette più di 600mila copie e fu tradotto anche in giapponese, diventando un vero e proprio caso letterario. Nel corso degli anni De Crescenzo è diventato un autore di successo internazionale.

Personaggio poliedrico, De Crescenzo ha lavorato come autore in televisione e in varie vesti nel mondo del cinema. Sul grande schermo esordì come attore ne Il pap’occhio (1980) nel ruolo del Padreterno, al fianco dell’amico Roberto Benigni e diretto da Renzo Arbore. Nel 1982 fu interprete di Quasi quasi mi sposo mentre nel 1984 fu protagonista e sceneggiatore del secondo film di Arbore. Nello stesso anno avvenne il suo esordio dietro la macchina da presa con Così parlò Bellavista, tratto dal suo best seller. Il successo della pellicola, che ebbe dei buoni risultati al botteghino e una discreta critica, lo convinse a dirigere l’anno seguente Il mistero di Bellavista (prendendo spunto ancora da un suo libro) e la commedia a episodi 32 dicembre nel 1988, sulla relatività del tempo.

Nel 1990 recitò accanto a Sophia Loren e Luca De Filippo in Sabato, domenica e lunedì di Lina Wertmüller mentre nel 1995 scrisse, diresse e interpretò insieme a Teo Teocoli ed Isabella Rossellini Croce e Delizia, considerato da alcuni critici come il suo film più riuscito. Presentò cinque programmi televisivi e ha collaborato a varie testate giornalistiche. Nel 1994 la città di Atene gli conferì la cittadinanza onoraria. Sceneggiatore nel 1978 de La mazzetta di Sergio Corbucci con Nino Manfredi, fece la sua ultima apparizione davanti ad una telecamera nel 2001 interpretando il piccolo ruolo di un boss mafioso nel film per la tv Francesca e Nunziata, ancora della Wertmüller.

De Crescenzo ha sempre affiancato alla sua attività di scrittore quella di divulgatore, capace di introdurre anche il lettore più inesperto ai problemi sollevati dalla filosofia antica, e infatti nel corso degli anni ottanta e novanta condusse sulle reti Rai una trasmissione televisiva (Zeus – Le Gesta degli Dei e degli Eroi) sui miti e sulle leggende degli antichi greci, pubblicata da Arnoldo Mondadori Editore e ritrasmessa anche da Mediaset. Sposatosi nel 1961 ebbe una figlia, poi si separò- Nel 1995 Forza Italia gli propose di candidarsi tra le sue file, ma egli preferì rifiutare; negli ultimi anni si schierò più volte apertamente, invitando a votarli, con i Radicali di Emma Bonino. Si è sempre definito “ateo cristiano”.

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