Casal di Principe, MpR condanna il deputato Verini e anche i “supereroi”

di Redazione

Sul caso della battuta infelice rilasciata dal deputato del Pd, Walter Verini (“L’Umbria non è Casal di Principe…leggi qui), interviene anche il “Movimento per il Riscatto” che, attraverso il suo presidente, l’avvocato Francesco Martino, ritiene opportuno evidenziare che “per l’ennesima volta, in Italia, ci sono persone, in particolare molti politici che, ipocritamente, parlano di solidarietà e poi si comportano da razzisti discriminatori nei confronti di molti loro connazionali”.

“L’ennesima prova della veridicità di tale assunto – continua Martino – l’ha data ieri il deputato umbro Pd Walter Verini che, invece di cospargersi il capo di cenere perché alcuni esponenti del suo partito sono stati scoperti a truffare altri italiani, ha ritenuto opportuno evidenziare che i suoi conterranei umbri sono persone oneste, mentre i Casalesi sono identificati come simbolo di malaffare. M.P.R., da anni, lotta contro questa generalizzata discriminazione contro un’intera comunità che vede accomunati i cittadini di Casal di Principe e dei paesi limitrofi ribadisce che questa discriminazione è alimentata, con premeditazione, da chi vuole lucrare sulle altrui disgrazie per poterne beneficiare, politicamente ed economicamente, tentando di imporre al popolo i suoi luogotenenti che, dovranno dar conto, in primis, ai loro sponsor”.

“Oggi – prosegue il presidente dell’Mpr – vediamo attivarsi tantissimi paladini che si indignano per le frasi dei Verini di turno, che erano muti e non presenti, nel 2010, quando abbiamo iniziato a manifestare, radunando migliaia di cittadini di Casal di Principe, San Cipriano d’Aversa, Casapesenna, Villa di Briano, Villa Literno ed altri comuni limitrofi che, mai prima, erano scesi in strada, tanto numerosi, per ribellarsi contro la generalizzata ed ingiusta discriminazione nei loro confronti, partecipando alla Fiaccolata del Riscatto, per ribadire di non essere collusi ma solo vittime dei criminali, la cui forza intimidatrice deriva dalle loro connivenze con esponenti, corrotti, delle istituzioni che, per celare le loro responsabilità, preferiscono accomunare un’intera comunità ad un clan malavitoso. Tuttora c’è chi tenta di veicolare il messaggio che, se la gestione della Res Pubblica viene affidata ai loro interlocutori privilegiati il popolo ne beneficerà, tutto ciò al fine di poterlo controllare, intimorendolo che eventuali scelte diverse sarebbero peggiorative. Però la realtà ed i ripetuti episodi anche recenti dimostrano che il problema dell’ingiusta e generalizzata discriminazione non si risolve creando ‘supereroi’ cui affidare la gestione del potere ma solo se vi è consapevolezza dei propri diritti e doveri”.

“Così come Cristiano Ronaldo non è stato sufficiente per la Juve per vincere la Champions League – sottolinea Martino – così non è sufficiente per i cittadini di ogni paese, compreso Casal di Principe e dei comuni limitrofi, scegliere politici protetti e/o ritenuti amici di alcuni esponenti delle istituzioni per liberarsi dalla discriminazione. Chi è abituato a discriminare non si toglierà questo vizio se si è accondiscendente nei suoi confronti anzi è vero il contrario. L’unico modo per porre un freno all’insopportabile clima discriminatorio nei confronti del nostro popolo è ribadire che chiunque, a prescindere dal ruolo che ricopre, adotterà atteggiamenti discriminatori, non può essere meritevole del nostro rispetto”.

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