Madre killer a Rebibbia, sospesi i vertici del carcere

di Redazione

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha sospeso la direttrice e la vicedirettrice della sezione femminile del carcere romano di Rebibbia e la vicecomandante del reparto di polizia penitenziaria. La decisione arriva dopo la vicenda della detenuta tedesca di origine georgiana, Alice Sebesta, che martedì ha gettato i due figli nella tromba delle scale del carcere, uccidendone uno. I provvedimenti sono stati adottati dal capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Francesco Basentini, che ha disposto accertamenti a partire da martedì.

Il folle gesto è stato compiuto mentre le altre detenute si stavano recando a pranzo. La piccola, Faith, nata a Monaco solo 6 mesi fa, è morta sul colpo, il fratellino, Divine, di 2 anni, anch’egli nato a Monaco, è ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Bambin Gesù dove i medici sono pronti ad “avviare la procedura di accertamento di morte cerebrale”. “Le ultime indagini necessarie per la valutazione del quadro clinico hanno” infatti “confermato la condizione di coma areflessico con elettroencefalogramma isoelettrico”.

Bloccata e portata in isolamento, la donna è stata ascoltata dagli inquirenti che indagano per omicidio e tentato omicidio. Non è escluso che le venga eseguito un trattamento sanitario obbligatorio. “I miei bambini adesso sono liberi”. Queste le parole raccolte dall’avvocato della detenuta. “Sapevo che ieri era in programma l’udienza davanti ai giudici del Riesame che dovevano discutere della mia posizione. – ha aggiunto – I miei figli li ho liberati, adesso sono in Paradiso”. Sebesta fu arrestata lo scorso 26 fine agosto, in flagranza di reato, per detenzione e traffico internazionale di droga. Trasportava 15 chili di stupefacente insieme al marito prima del blitz dei carabinieri. I due erano diretti all’estero, forse in Germania. Inserita con i figli nella sezione nido, come da prassi, era stata sentita da una psicologa, in lingua inglese perché non parla l’italiano. Sui suoi, presunti, segni di squilibrio nei giorni passati dietro le sbarre farà chiarezza la relazione delle agenti di Polizia penitenziaria di Rebibbia.

Intanto, i magistrati romani hanno lanciato un appello per trovare il padre dei piccoli. Dopo che la direzione sanitaria del Bambino Gesù di Roma ha avviato la procedura per dichiarare la morte cerebrale del più grande dei due, Divine, nato a Monaco il 2 febbraio del 2017, serve il consenso del padre per poter autorizzare l’espianto degli organi. La madre, però, non ha saputo fornire alcuna indicazione. Quello che si sa e che il nome dell’uomo è Ehis E., nazionalità nigeriana.

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