Copyright, Europarlamento respinge direttiva riforma. Wikipedia torna in chiaro

di Redazione

La plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo ha votato contro l’avvio dei negoziati fra Parlamento, Consiglio e Commissione Ue sulla proposta di direttiva per la riforma del copyright. Contrari 318 eurodeputati, mentre i sì sono stati 278 e 31 gli astenuti. Il testo tornerà a essere esaminato e votato dalla prossima sessione plenaria del Pe a settembre. La direttiva prevedeva di sottoporre i giganti di internet (come Youtube, Facebook, Dailymotion e Sound Cloud) al pagamento dei diritti d’autore per i contenuti (video, musicali e giornalistici) diffusi sulle loro piattaforme, come fanno già le società digitali di distribuzione come Spotify e Deezer. Finora, approfittando della poca chiarezza delle normative in vigore, non lo hanno fatto, sostenendo di non essere distributori di contenuti, ma solo intermediari che ospitano lo scambio di contenuti fra gli utenti.

La direttiva mira ad assicurare una giusta remunerazione per artisti, giornalisti e in genere produttori di contenuti, quando le loro opere sono diffuse online, ma contiene anche delle salvaguardie per garantire la libertà di espressione e innovazione, e contiene delle eccezioni dalle regole generali del Copyright per quanto riguarda servizi come Wikipedia (“i servizi che agiscono con scopo non commerciale come le enciclopedie online”), le attività di “text and data mining”, le attività nell’ambito dei programmi educativi e delle istituzioni culturali come musei e librerie.

Il testo, fortemente osteggiato da Google e dagli altri giganti dell’economia digitale, era stato approvato dalla Commissione europarlamentare Affari giuridici, che è quella titolare del dossier, dopo un anno e mezzo di controversie e il pronunciamento contraddittorio di quattro altre commissioni europarlamentari: quelle competenti per Industria/Ricerca/Energia e Cultura, favorevoli, e quelle su Mercato interno/Consumatori e Libertà civili, contrarie. In Italia, M5S e Lega hanno espresso netta contrarietà al testo.

Negli ultimi giorni numerosi deputati all’Europarlamento hanno ricevuto gravi minacce, “persino di morte”, sulla proposta di riforma sul Copyright. Lo ha denunciato il gruppo dei Socialisti e Democratici (S&D) al Parlamento europeo. “La riforma è un argomento molto dibattuto e crea forti tensioni. Il dibattito appassionato è parte essenziale del processo politico, ma dobbiamo garantire che non si passi il limite. E’ inaccettabile che numerosi parlamentari Ue siano sono stati oggetto di gravi minacce”, ha detto il leader del gruppo, Udo Bullmann.

Esulta Luigi Di Maio, che parla di un “giorno importante” spiegando che la decisione presa è “il segno tangibile che finalmente qualcosa sta cambiano anche a livello di Parlamento europeo. La seduta plenaria di Strasburgo ha rigettato il mandato sul copyright al relatore Axel Voss smontando l’impianto della direttiva bavaglio. La proposta della Commissione europea ritorna dunque al mittente rimanendo lettera morta, il segnale è chiaro: nessuno si deve permettere di silenziare la rete e distruggere le incredibili potenzialità che offre in termini di libertà d’espressione e sviluppo economico”. Anche Matteo Salvini parla su Twitter di “bavaglio alla rete e a Facebook respinto anche grazie al no della Lega: non ci fermeranno”.

Il rinvio della riforma fa tornare in chiaro Wikipedia Italia, come ha sottolineato il portavoce di Wikipedia Italia Maurizio Codogno. “Immediatamente dopo il voto – spiega – la comunità di Wikipedia in lingua italiana ha tolto l’oscuramento delle voci dell’enciclopedia. Il vero risultato di questa votazione è aver riconosciuto che il tema del copyright è così importante da meritare un esame attento da parte di tutto il Parlamento europeo. Sono certo che la discussione nei prossimi mesi porterà a una direttiva che abbia davvero a cuore la tutela dei diritti di tutti, dai piccoli produttori indipendenti di contenuti ai grandi editori, e soprattutto permetta a chiunque di avere un accesso libero e legale all’informazione e alla conoscenza”.

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