Riciclo dei rifiuti tra burocrazia, corruzione e controlli inefficaci: forum del Polieco

di Redazione

Burocrazia, concorrenza sleale, inefficacia dei controlli. A Roma, al convegno “Disinquinare il mercato” promosso dal consorzio Polieco, gli imprenditori del settore del riciclo sono intervenuti, alla presenza di magistrati, per descrivere i disagi legati alla propria attività. Dalla presenza sul mercato di concorrenti che partecipano alle gare d’appalto proponendo ribassi tali da non spiegare il corretto smaltimento dei rifiuti, come affermato da Anna Maria Schino della Recuperi Pugliesi, all’altissima percentuale di rifiuti non riciclabili destinati alle piattaforme (50%), come sottolineato da Antonio Diana, amministratore unico Erreplast e Sri di Gricignano (Caserta), fino ai metodi mafiosi e alla corruzione che rischiano di far chiudere le aziende come denunciato da un imprenditore veneto.

L’illecita gestione dei rifiuti, da Nord a Sud, passando per il Lazio con i roghi degli impianti di rifiuti ed il caso Eco X illustrato dall’ex procuratore di Velletri, il “pretore d’assalto” Gianfranco Amendola, non è ancora un problema superato. Anzi la zona grigia è sempre più attiva. “Parlare, confrontarsi e denunciare è necessario soprattutto quando le istituzioni, che dovrebbero far rispettare le regole, non funzionano. – ha affermato il sostituto procuratore della Dda partenopea Catello Maresca – Un sistema come quello attuale della gestione dei rifiuti che non vuole che si affrontino le questioni e che si stimolino le risposte, è un sistema mafioso”.

Se le istituzioni sono state chiamate a fare la loro parte, partendo anche dall’intervento di Rosario Trefiletti della Federconsumatori, non è stato considerato meno importante il senso civico. Il valore della denuncia contando anche sulle reti associative è stato rimarcato dal procuratore aggiunto della Dda di Bari, Roberto Rossi, intervenuto sulle dinamiche che regolano il traffico illecito dei rifiuti.

A portare la propria testimonianza di imprenditore antiracket Antonio Picascia, titolare della Cleprin, impresa di Carinola, nel Casertano, che produce detersivi ecocompatibili. “Quando gli ‘scarafaggi’ sono venuti da me per un’estorsione – ha detto Picascia riferendosi ai camorristi del clan Esposito – non ho avuto il minimo tentennamento e ho fatto ciò che era giusto: denunciare”. Il capo del Dipartimento Affari Penali del ministero della giustizia, Raffaele Piccirillo, ha parlato dei primi effetti positivi sortiti a due anni dall’entrata in vigore della legge sugli Ecoreati: “Oltre ai numerosi arresti nei confronti di chi appicca roghi tossici, dai dati raccolti finora emerge, in particolare, che molti imprenditori si stanno mettendo in regola con la normativa”.

“Con il convegno di oggi – ha detto la direttrice del consorzio Claudia Salvestrini, coordinatrice del tavolo – Polieco ha voluto ribadire che le imprese sane  potranno sempre trovare un punto di riferimento.  E’ necessario fare le dovute distinzioni e superare il luogo comune secondo cui dietro ai rifiuti ci siano sempre e soltanto imprenditori senza scrupoli alla ricerca di facili guadagni. Le azioni degli imprenditori deviati che spesso, purtroppo, vedono una forte collusione di pezzi delle istituzioni non devono ricadere anche su chi lavora onestamente”. “Disinquinare il mercato – ha concluso il presidente del Polieco, Enrico Bobbio – vuol dire porre al centro del dibattito nazionale la necessità di un nuovo e più efficace sistema di riciclo, rimuovendo le aree franche in cui il malaffare trova spazio più agevolmente”.

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