Sgomberi migranti, si valuta l’uso di beni confiscati a mafie

di Redazione

Dopo l’abbandono del palazzo in via Curtatone e gli scontri di piazza Indipendenza a Roma, il Viminale lavora sul tema degli sgomberi di edifici occupati. Si inizia con una riunione, il 28 agosto, a cui partecipa il ministro dell’Interno, Marco Minniti, e in cui si discuteranno le linee guida per affrontare la situazione.

E, fra queste, potrebbe esserci anche l’opzione di usare beni confiscati alle mafie. Attesa, per la prossima settimana, anche una riunione tra Minniti e il sindaco della Capitale, Virginia Raggi. I temi toccati saranno quelli dei migranti, dell’accoglienza e delle politiche abitative.

L’incontro tra ministro e Comune, nello specifico, è stato chiesto dal Campidoglio nell’ambito dei “buoni rapporti e costanti contatti istituzionali”. Già lo scorso giugno, inoltre, la sindaca di Roma e il responsabile del Viminale avevano dato vita a una cabina di regia sul tema dell’ immigrazione.

Le linee guida di cui discuterà il ministero dell’Interno saranno una “costola” del cosiddetto pacchetto Minniti-Orlando varato tra gli scorsi aprile e febbraio, che si occupa di sicurezza nelle città e che comprende già misure sugli sgomberi degli edifici occupati e che prevede, in caso di immobili occupati abusivamente, che i “livelli assistenziali degli aventi diritto” debbano “essere garantiti dalle regioni e dagli enti locali”.

La direttiva che arriverà dal ministro nei prossimi giorni, indirizzata a prefetture e questure, partirà da quel provvedimento per fornire un quadro più stringente sul piano operativo riguardo alla gestione degli sgomberi, al rapporto tra Prefetture e Comuni, alla ricerca di soluzioni abitative alternative come premessa per procedere agli sgomberi, così da evitare situazioni di disordine e disagio sociale.

Una delle ipotesi più concrete allo studio per le linee guida riguarda l’utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata. In Italia, sono oltre 17mila, tra immobili e aziende, i beni definitivamente confiscati alle mafie, in base ai dati aggiornati al 30 settembre 2015 e censiti dall’Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati. Di questi 9.310 risultavano, alla data della rilevazione, destinati, mentre 7.955 in gestione e 312 usciti dalla gestione. Su questo punto si è espresso anche Antonio Giannelli, presidente del Sinpref, associazione sindacale dei funzionari prefettizi. Quella di utilizzare i beni confiscati come soluzione abitativa alternativa per gli occupanti “è un’idea che non può non trovarci d’accordo”, ha sottolineato Giannelli.

Il tema dei migranti, comunque, sarà solo uno dei punti su cui riflettere, perché le occupazioni non riguardano solo gli stranieri. Il panorama delle case e degli stabili occupati coinvolge anche edifici in cui si sono insediati cittadini italiani, centri sociali o nomadi. Le situazioni, soprattutto quelle più importanti anche da un punto di vista numerico, sono note e censite dalle prefetture. Queste riguarderebbero, in particolare, alcuni grossi centri abitati come nei casi di Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna.

Intanto, un gruppo di ex occupanti del palazzo di via Curtatone ha trascorso la notte nei giardini vicino ai Fori Imperiali, alle spalle della Prefettura di Roma. Si tratta di circa dieci persone che si sono collocate nella zona dopo che il corteo del 27 agosto nel centro della Capitale ha ottenuto l’autorizzazione a un presidio. I partecipanti, che al termine della manifestazione avevano annunciato di non voler andar via senza aver ottenuto risposte dalle istituzioni, hanno trovato un accordo con la Questura per la permanenza di un piccolo gruppo di persone autorizzato a rimanere fino a lunedì prossimo.

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