Rimborsi intascati indebitamente: ex pm Ingroia accusato di peculato

di Stefania Arpaia

L’ex pm di Palermo, Antonio Ingroia, è indagato per peculato. L’ex magistrato, ora amministratore della società regionale Sicilia e servizi, è stato interrogato martedì mattina dalle forze dell’ordine. Secondo quanto riferito pare che Ingroia abbia intascato denaro che non gli spettava.

Secondo l’accusa avrebbe percepito, indebitamente, una serie di rimborsi per trasferte, proprio in qualità di amministratore della società regionale. A finire sotto inchiesta è anche l’indennità di risultato che Ingroia si è liquidato. La Procura sull’indagine mantiene il più stretto riserbo.

Gli investigatori accusano Ingroia di aver ricevuto oltre 30mila euro, che egli definisce utili al trasporto, al vitto e all’alloggio necessari durante i suoi spostamenti. L’ex magistrato è assistito dall’avvocato Mario Serio e si è difeso spiegando che la norma che disciplina i rimborsi comprende diverse spese di viaggio, oltre al trasporto, e questo spiegherebbe l’elevata somma di denaro percepita.

L’indagine, coordinata dall’aggiunto Dino Petralia e dai pm Piero Padova ed Enrico Bologna, riguarda il periodo compreso tra il 2014 e il 2016. .

La contestazione relativa alla liquidazione dell’indennità di risultato invece riguarda il fatto che a fronte di un utile di 33mila euro, Ingroia da amministratore di Sicilia e-Servizi si sarebbe liquidato un’indennità di 117mila euro: somma che avrebbe comportato per la società un deficit di bilancio.

L’indennità di risultato, dal 2008, ha una nuova disciplina che prevede la liquidazione delle somme solo in presenza di utili e comunque in misura non superiore al doppio del cosiddetto compenso onnicomprensivo.

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