Privacy violata, la Russia chiede il blocco di Linkedin

di Redazione

L’ente governativo russo preposto al controllo dei mass media e delle telecomunicazioni “Roskomnadzor” ha annunciato di aver chiesto agli internet provider di bloccare Linkedin, noto social network per lo sviluppo dei contatti professionali.

Il 10 novembre un tribunale di Mosca ha respinto il ricorso di Linkedin contro il blocco in Russia. Roskomnadzor accusa Linkedin di violare la legge sul trattamento dei dati personali.

Linkedin è stata la prima compagnia straniera a scontrarsi pubblicamente con l’agenzia federale russa sulla legge che impone alle compagnie estere e locali di conservare i dati personali degli utenti locali all’interno dei confini del Paese.

Sempre secondo Mosca, per Linkedin gli scandali sono iniziati nel 2010 con la perdita dei dati degli utenti. Durante l’estate 2016 sono state inviate due lettere di richiesta di informazioni in merito all’attuazione della legge sulla localizzazione dei dati personali sul territorio della Federazione russa. La società non avrebbe però fornito nessuna risposta.

Creato da Reid Hoffman, Allen Blue, Konstantin Guericke, Eric Ly e Jean-Luc Vaillant, Linkedin è un social ben diverso da Facebook, fortemente proiettato sul mondo del lavoro e dove gli iscritti sono gerarchizzati, tra utenti normali e “influencer”. Lo scopo dichiarato del sito è consentire agli utenti registrati di mantenere una lista di persone conosciute e ritenute affidabili in ambito lavorativo. Le persone nella lista sono definite “connessioni”. L’utente può incrementare il numero delle sue connessioni invitando chi di suo gradimento.

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