Prato, inneggiava alla “legalità” ma nei suoi locali c’erano prostitute e droga

di Redazione

Prato – Jacopo Hsiang, 32 anni, nato a Prato, esponente dell’associazione cinese “Cervo Bianco”, quella che il 6 febbraio scorso, aveva portato per le strade del Macrolotto circa duemila connazionali per inneggiare alla legalità e all’integrazione, in realtà gestiva una serie di locali notturni all’interno dei quali gli avventori potevano trovare prostitute e droga.

E’ all’interno di questo contesto che la squadra mobile, diretta dal vicequestore Francesco Nannucci, ha eseguito 11 ordinanze di custodia cautelare (di cui 5 in carcere) con l’accusa di sfruttamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Il circolo ‘Vip’ di via Guinizzelli, a Grignano, è stato sequestrato.

Assieme a lui, ieri, sono finiti in manette la madre, l’ex moglie e l’attuale compagna, che secondo gli investigatori erano parte integrante dell’organizzazione dell’approvvigionamento della droga e delle ragazze che si prostituivano.

In tutto gli indagati sono 12: cinque sono finiti in carcere, tre agli arresti domiciliari, due sono stati raggiunti dal provvedimento l’obbligo di firma, mentre un cittadino cinese è ancora ricercato.

Nella lista degli indagati c’è anche un avvocato pratese che si sarebbe reso responsabile del reato di “favoreggiamento” nei confronti di Hsiang: il legale è stato interdetto dalla professione.

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