Coppola: “Casalese non è sinonimo di delinquente”

di Redazione

Mio padre era un casalese.

Riempita la misura esplode in me, in forma palese, la ribellione che, da anni, mi mortifica rispetto ad un immaginario collettivo che, anche con l’involontario contributo dei mezzi di comunicazione, continua ad identificare Casal di Principe (e l’intero territorio dell’Agro Aversano), come Terra di malaffare ed illegalità.

Mio padre era nato a Casal di Principe, ha vissuto buona parte della sua vita ad Aversa, e mai sarà da me accettata l’equivalenza casalese uguale delinquente.

Non l’accetto. non perché egli e suo padre a Casale hanno rappresentato la legge e lo Stato facendo i notai ininterrottamente, in totale, per oltre cinquanta anni, né perché egli è stato il primo figlio di quella città a sedere nel parlamento nazionale, ma perché conosco, fin da bambino, la laboriosità, la onestà, l’intelligenza e la sensibilità di quella popolazione.

Reagisco perché Casale ha rappresentato l’avamposto della sperimentazione in agricoltura, con i primi pozzi semiartesiani ed i primi frutteti della Piana casertana del Basso Volturno, perché i suoi figli, il suo Capitale Umano, si sono fatti e tuttora si fanno onore in ogni campo, arte, mestiere e professione, anche lontano dalla propria Città.

La voce autorevole di Renato Natale e della sua giovane, laboriosa e valida Amministrazione comunale non basta più a difesa di Casale contro un assordante silenzio che si ode dalle Istituzioni, non solo quelle civili, nei confronti di queste sfortunate comunità.

Se si vuole evitare che, per generazioni, i giovani di Casale (e dell’intero Agro aversano) scontino la loro provenienza, si rifiuti da parte di tutti, stampa per prima, l’equivalenza casalese uguale delinquente.

Anche il Gr Uno, ogni mattina alle 8, promuove un suo programma utilizzando il nome di Casal di Principe, quale sinonimo di territorio degradato e “il cuore della Terra dei fuochi”.

Casale, Aversa, l’Agro Aversano, i Figli di questa Terra, ovunque, hanno onorato ed onorano l’Italia, dentro e fuori i confini nazionali, ma, forse, meritano maggiore riguardo e rispetto, con un riconoscimento che, fino ad ora, a chi sta lottando per farla rinascere, non è stato ancora attribuito.

E’ auspicabile che il nuovo sindaco di Aversa – da sempre riconosciuto storico capoluogo morale di questa Terra – chiunque egli sia ed a qualsiasi parte appartenga, sappia rappresentare con forza la reazione di una gente e di un territorio che non si rassegna ad essere evitato, ma aspira ad essere ancora cercato e visitato, dimostrando il meglio della sua storia: il capitale umano di cui dispone.

Alberto Coppola 

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