71° anniversario della Liberazione, Mattarella ricorda i Marò: “Vi sono vicino”

di Stefania Arpaia

Roma – Il Capo di Stato Sergio Mattarella è tornato per l’ennesima volta a trattare della difficile situazione in cui sono coinvolti i due Marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

“Esprimo la mia personale vicinanza a Salvatore Girone, ancora lontano, e a Massimiliano Latorre, confermando l’impegno per soluzione della vertenza, che continua a trascinarsi da troppo tempo”, ha detto il presidente della Repubblica nel corso dell’incontro con gli esponenti delle associazioni combattentistiche e d’arma, nella ricorrenza del  valori del 25 aprile – ha proseguito – confermano perenne attualità verso i rigurgiti di nazionalismo che emergono ai confini dell’Europa del ventunesimo secolo, e alle nubi che si addensano sulla sponda sud del Mediterraneo, sempre più tormentato dal terrorismo e teatro di tragedie innumerevoli”.

E ancora: “Il voto del 2 giugno 1946 sottolinea quanto sia importante quest’anno per la nostra sopravvivenza e democrazia. A noi sembrano condizioni scontate. Abbiamo avuto pace crescita democrazia, una condizione che certamente ha consentito uno sviluppo crescente del nostro Paese. Non dobbiamo mai dimenticare cosa questo è costato, cosa ci ha condotto in questa condizione che talvolta diamo per scontata: sacrifici, lotte, sofferenze di tante e tante persone del nostro Paese; gare di solidarietà, atti di eroismo da parte di giovani e anche giovanissimi. La speranza di pace giustizia uguaglianza libertà che condusse a spezzare le catene costituì una spinta molto forte per il nostro Paese”.

“La democrazia – ha aggiunto – richiede consapevolezza e partecipazione. C’è un volume che raccoglie le lettere dei condannati a morte della Resistenza. In una di queste un ragazzo poco più che 18enne scrive ai genitori prima di essere fucilato e dice ‘tutto questo è avvenuto perché la vostra generazione a un certo punto non ha più voluto saperne di politica. Mi auguro che sempre più questo sia un Paese in cui la convivenza sia avvertita come vita insieme, in cui ci si fa carico dei problemi degli altri’. Una società in cui ci si rende conto che bisogna farsi carico dei problemi degli altri. Questa è una società in cui vengono esaltati i valori della resistenza e della costituzione. Questa è la festa della liberazione, dell’Italia unita, in cui tutti viviamo insieme in modo solidale convinti di fare il bene di ciascuno attraverso il bene comune”.

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