Appalti e tangenti a Maddaloni, 5 arresti: c’è anche il sindaco De Lucia

di Redazione

Maddaloni – Avrebbero manipolato l’aggiudicazione dell’appalto per la raccolta rifiuti sul territorio comunale in cambio di tangenti. Insieme ad altri quattro indagati, è finita agli arresti il sindaco di Maddaloni, Rosa De Lucia, 36 anni, di Forza Italia, nell’ambito di un’operazione condotta dai carabinieri della locale compagnia, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere.

In arresto anche l’imprenditore Alberto Di Nardi, titolare della ditta Ohi “Di Nardi Holding Spa”; Cecilia D’Anna, assessore alla Cultura; e i consiglieri comunali Giuseppina Pascarella e Giancarlo Vigliotta. Indagati, a piede libero, un consigliere di maggioranza, per corruzione, e il comandante della Polizia municipale, Bartolomeo Vinciguerra, per peculato.

Ai cinque arrestati (due in carcere e tre ai domiciliari) sono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, peculato e tentata induzione indebita a dare e promettere qualcosa e peculato in concorso. Nei confronti dell’imprenditore si è anche proceduto al sequestro preventivo di beni.

L’indagine, avviata nel mese di giugno 2015, – dopo la denuncia sporta ai carabinieri di Maddaloni da un imprenditore, attivo nel settore della raccolta dei rifiuti solidi urbani, integrata dalle successive dichiarazioni da lui rese – è stata incentrata sulle anomalie legate al servizio raccolta rifiuti effettuato nel Comune di Maddaloni, affidato dall’anno 2011 senza alcuna procedura di gara, alla ditta Dhi srl di Pastorano (Caserta). Si è poi arricchita di molteplici altri elementi, quali attività intercettative, esiti di attività di osservazione e pedinamento, che hanno consentito di ricostruire le molteplici vicende oggetto di contestazione e di confermare l’attendibilità delle dichiarazioni rese dall’imprenditore.

Il rapporto fra il sindaco e l’imprenditore Di Nardi – Nucleo essenziale dell’indagine è costituito dal rapporto corruttivo instauratosi fra il sindaco De Lucia e l’imprenditore Di Nardi, che ha poi intessuto rapporti anche con i massimi esponenti dell’amministrazione comunale maddalonese. Il principale interesse che ha legato il sindaco e l’imprenditore è costituito dalle vicende relative alla proroga dell’affidamento diretto del servizio di raccolta di rifiuti alla Dhi Holding Industriale spa di Alberto Di Nardi che, già affidataria dello stesso servizio presso il Comune di Maddaloni sin dal 19 ottobre 2011, otteneva, nell’arco temporale dal 27giugno 2013 fino al 1 ottobre 2015, l’emissione di ordinanze di proroghe trimestrali dei lucrativi affidamenti diretti del servizio di igiene urbana (comportanti un impegno di spesa di 423.766,20 euro mensili), in modo illegittimo sia per la mancanza dei presupposti eccezionale ed urgente necessità, sia perché eccedenti i limiti massimi di 18 mesi, proroghe a cui è seguita l’illecita predisposizione del redigendo bando di gara quinquennale.

1 milione di tangente e 10-15mila euro al mese per il sindaco – Documentata l’esistenza di frequentazioni quasi quotidiane fra il sindaco e l’imprenditore, con incontri in luoghi riservati e hanno dimostrato come Di Nardi sia stato una sorta di “bancomat” della De Lucia, cui costantemente e senza alcuna costrizione ma addirittura delle volte anticipando egli stesso la richiesta, elargiva alla bisogna somme di denaro e altre utilità, pur di continuare a gestire il servizio di igiene urbana, che gli ha consentito di acquisire un ingente guadagno economico. Sono risultate, pertanto, riscontrate le dichiarazioni rese dall’imprenditore denunciante, che ha riferito di una somma percepita mensilmente dal sindaco dell’importo di circa 10/15 mila euro al mese, nonché della pattuizione di un tangente dell’ammontare di 1 milione e 200mila euro, con riferimento all’affidamento quinquennale del servizio.

Assunzioni, viaggi di piacere e arredamento – Ma non solo i vantaggi erogati da Di Nardi sono consistiti nella corresponsione, in più soluzioni, delle predette somme di denaro (in ciascuna occasione, per un importo variabile fra i 2000 e i 5000 euro), ma anche in ulteriori attività. E’ stato, infatti, dimostrato che  Di Nardi, su richiesta del sindaco, abbia erogato anche altre utilità ed, in particolare abbia proceduto all’assunzione, presso la Intergair spa (società controllata da Di Nardi), del fratello di un consigliere comunale di Maddaloni, nonché al pagamento di un viaggio effettuato dal sindaco ad Antibes, unitamente all’assessore Cecilia D’Anna, si sia altresì accollato la spesa occorrente per l’arredamento dell’abitazione del sindaco ed, infine, abbia erogato anche benefici sul piano politico ed elettorale, concretatisi in sponsorizzazioni di vario tipo ed importo, tra le quali 500 euro per la manifestazione stop femminicidio, e circa 5.000 euro per la realizzazione di 600 metri di luminarie in Via Napoli di Maddaloni per l’anno 2015, per dare copertura economica ad attività patrocinate dal Comune e dal sindaco in persona.

La rimozione del dirigente nel settore Ambiente – Al fine di garantire al Di Nardi gli indebiti vantaggi, il sindaco, coadiuvato dall’assessore alla Pubblica Istruzione ed edilizia scolastica, si è occupato personalmente ed in maniera egemone dell’affidamento dei lavori pubblici, attraverso un capillare controllo dell’intero apparato amministrativo. Di fatto, il sindaco è intervenuto presso il responsabile del settore finanziario del Comune affinchè i pagamenti in favore di Di Nardi avvenissero tempestivamente; si è, inoltre, attivato presso l’architetto Arturo Cerreto, responsabile del servizio Ambiente ed Ecologia, per ottenere l’annullamento di alcune sanzioni irrogate alla ditta per inadempimenti contrattuali, per un importo complessivamente superiore a 15 mila euro, evitando che le somme venissero detratte dagli oneri mensili corrisposti dal Comune alla ditta. Ancora, ha assicurato a Di Nardi la rimozione di Cerreto dal predetto ufficio che, in ossequio ai compiti a lui affidati, aveva chiesto a Di Nardi di realizzare un’uscita secondaria d’emergenza all’interno del deposito dei veicoli utilizzati per la raccolta dei rifiuti sito alla via Viviani, a Maddaloni.

Il bando “cucito su misura” – Infine, quanto alla gara avente ad oggetto l’affidamento pluriennale del servizio di igiene urbana (oggetto di delibera di Giunta numero 87 del 24 marzo 2015), il sindaco faceva sì che gli atti del bando fossero predisposti secondo le volontà di Di Nardi, adoperandosi perché il disciplinare di gara già predisposto fosse modificato e perché venisse inserito il criterio della scelta dell’offerta economicamente più vantaggiosa in luogo di quello del massimo ribasso. Tali risultati venivano ottenuti attraverso pressioni sul responsabile dell’ufficio tecnico, che cedeva a tali pressioni ed utilizzando, quale pretesto e su suggerimento di Di Nardi, un parere dell’Anac al fine di giustificare la modifica dei criteri di scelta da inserire nel bando di gara.

La “compravendita” in Consiglio comunale – Affinchè il rapporto corruttivo potesse proseguire nel tempo, Di Nardi ha fornito ausilio al sindaco perché questi potesse sanare i dissidi politici interni alla maggioranza consiliare, ed assicurarsi la prosecuzione dell’attività consiliare e quindi del suo mandato di sindaco. Ciò è stato realizzato mediante la creazione di flussi finanziari illegali utilizzati per alimentare un ramificato sistema corruttivo in favore soprattutto dei protagonisti della vita politica ed amministrativa di Maddaloni. Anzitutto, l’intervento di Di Nardi è stato essenziale per risolvere dei dissidi tra i vari consiglieri comunali ed in particolare tra il consigliere Giusy Pascarella ed il sindaco De Lucia, mediante l’erogazione da parte di quest’ultima di diverse somme di denaro al consigliere. Ciò è stato possibile mediante la consegna da parte del Di Nardi, in aggiunta alla somma di denaro versata mensilmente pari a 10/15mila, di un’ulteriore somma da utilizzare ai fini predetti. In pratica, Di Nardi ha ricevuto due assegni dell’importo di 4mila euro cadauno, da parte del padre del consigliere Pascarella, senza che venissero posti all’incasso, versando in cambio, circa due giorni dopo, il corrispettivo monetario al sindaco De Lucia, che poi a sua volta elargiva la somma alla Pascarella per ‘comprare’ il suo benestare all’interno del consiglio comunale ed ottenere il suo voto favorevole in occasione dell’approvazione della delibera consiliare numero 35 del 23 luglio 2014, avente ad oggetto approvazione del bilancio “stabilmente riequilibrato 2012, relazione revisionale e programmatica e del bilancio pluriennale del triennio 2012/2014”.

Anche l’approvazione del Bilancio fu “comprata” – Ancora, ulteriore episodio illecito si è verificato in occasione dell’approvazione del bilancio di revisione per l’esercizio 2015-2017 di variazione al bilancio di previsione esercizio finanziario 2015 tenutosi nel Consiglio comunale del 16 dicembre 2015, che costituiva un atto fondamentale per la vita della consiliatura, tenuto conto che la sua mancata approvazione avrebbe comportato la nomina di un commissario e lo scioglimento del consiglio stesso. Nel corso della fondamentale intercettazione ambientale del 24 novembre 2015, presso l’abitazione della madre della De Lucia, si è parlato della necessità di corrispondere, in favore di alcuni consiglieri comunali riottosi o problematici (allo stato non meglio individuati), la somma di 7mila euro ciascuno per assicurarsi l’approvazione del bilancio, con un meccanismo che ha previsto l’erogazione di 3500 euro prima e 3.500 euro dopo l’approvazione in consiglio comunale. La condotta posta in essere dal sindaco con la complicità di Di Nardi ha consentito di conseguire il risultato desiderato, atteso che in data 16 dicembre 2015 sono state approvate le variazioni urgenti al bilancio di previsione 2015/2017.

La consegna del denaro al centro culturale – Le somme da elargire ai vari consiglieri comunali, secondo l’accordo preso il 24 novembre 2015 a casa della De Lucia, sono state poi versate dal Di Nardi in data 14 dicembre 2015, alle ore 11, nel corso di un incontro svoltosi con la De Lucia al Centro Culturale di Cecilia D’Anna anche in presenza di quest’ultima, tant’è che subito dopo il sindaco contattava quattro consiglieri comunali. Analogo incontro è avvenuto il 17 dicembre 2015 dopo l’approvazione del bilancio da parte del consiglio comunale finalizzato a portare denaro contante alla De Lucia per poi distribuirlo ai vari consiglieri. Dalle conversazioni intercettate, è risultato che Di Nardi si rendeva disponibile a portare il denaro al sindaco già in giornata, avendolo già prelevato. Veniva svolto, il 17 dicembre 2015, servizio di pedinamento e controllo di Di Nardi e De Lucia al fine di verificare lo svolgimento di un eventuale incontro tra gli stessi finalizzato alla dazione del denaro in parola, così come preannunciato il giorno precedente. In particolare, il Di Nardi, sottoposto a perquisizione, veniva trovato in possesso della somma di 5.000 euro, che teneva nella tasca del cappotto in banconote da 50 euro tenute da un elastico e che l’indagato dichiarava dovere utilizzare per pagare delle bollette. Egli faceva ingresso poi al Centro Calatia, ove nel frattempo era sopraggiunta la De Lucia in compagnia di D’Anna. Quando ne usciva, Di Nardi veniva nuovamente perquisito e trovato non più in possesso dei 5000 euro, pertanto consegnati, con tutta evidenza, alla De Lucia e alla D’Anna.

La richiesta del 10% dell’appalto all’imprenditore denunciante – Ancora, ulteriori condotte illecite riguardano due diversi tentativi d’induzione indebita a dare o promettere utilità poste in essere nei confronti dell’imprenditore che ha sporto denuncia da parte del sindaco De Lucia che, prospettando all’imprenditore la possibilità di condizionare le valutazioni tecniche della Sua (stazione unica appaltante) in merito alla gara di appalto pluriennale in via di pubblicazione ed avente per oggetto il servizio integrato di igiene urbana nel Comune di Maddaloni, tentava di ottenere dal medesimo denaro nella misura del 10% dell’importo a base di appalto, pari a circa 24 milioni di euro. Nei confronti del medesimo imprenditore, analoga attività illecita veniva posta in essere dal consigliere Giancarlo Vigliotta, che prospettava anch’egli all’imprenditore la possibilità di condizionare l’operato della Sua, con riferimento alla medesima gara d’appalto.

Vigliotta “prelevato” in Calabria per votare in Consiglio – Nell’ambito della stessa indagine, infine, è emersa una condotta di peculato posta in essere dal comandante della Polizia Locale, Bartolomeo Vinciguerra, in concorso con il sindaco ed il consigliere Vigliotta, essendo stato accertato che il comandante, su indicazione del sindaco, con auto di servizio, si sia recato in Calabria per prelevare il Vigliotta ed accompagnarlo presso il municipio, al fine di garantire la sua presenza ad un’importante seduta consiliare.

I sequestri a Di Nardi – Contestualmente all’esecuzione delle misure coercitive, si è proceduto al sequestro preventivo di un importo pari a 609.128 euro su beni appartenenti a Di Nardi, somma corrispondente all’ammontare del profitto (calcolato dalla differenza fra i ricavi ottenuti dalla Dhi ed il costi sostenuti) derivante dall’affidamento diretto del servizio raccolta rifiuti per il comune di Maddaloni, ottenuto attraverso il metodo corruttivo.

In alto il VIDEO della conferenza stampa in Procura, a Santa Maria Capua Vetere, con le dichiarazioni del procuratore Maria Antonietta Troncone. 

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