Unioni civili, il Pd stralcia le adozioni. Renzi: “Mea culpa intesa con M5S”

di Redazione

Roma – “La soluzione parlamentare andrebbe per le lunghe, troppo, con il rischio che gli emendamenti facciano riaprire il discorso alla Camera e poi di nuovo al Senato”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi all’assemblea Pd. “La ragionevolezza vuole che intervenga direttamente il governo: è l’unico modo per dare una legge sulle unioni civili”. Nel gruppo c’è condivisione sulla scelta di un maxiemendamento alla legge senza la stepchild adoption.

La linea non è stata sancita da un voto ma, come dicono diverse fonti di maggioranza e minoranza, deriva da una condivisione emersa nel dibattito. Il governo si impegna dunque a non stravolgere il testo Cirinnà nell’emendamento, a recepire le modifiche di Lumia già condivise nel gruppo e a stralciare il tema adozioni. D’altra parte, il capogruppo Pd, Luigi Zanda, ha detto che “le adozioni del figlio del partner saranno inserite in un ddl già pronto. Vediamo se farlo partire alla Camera o al Senato”.

“C’è una strategia precisa, eterodiretta, il cui obiettivo non è approvare una legge un pochino diversa, ma l’obiettivo è non approvare la legge, facendo ricadere la responsabilità sul Pd. Fossi in voi senatori mi opporrei a questo disegno. Il governo è disponibile a fare la sua parte”, ha spiegato Renzi.

Di qui, ha aggiunto il premier-segretario, le “due alternative: la prima è che si vada al dibattito parlamentare e credo sia un errore perché c’è il disegno di affossare la legge; la seconda è che il governo si assuma la responsabilità, con un maxi-emendamento e la questione di fiducia, il che significa entro la settimana chiudere”. Per Renzi, poi, “dobbiamo mettere in conto che alcuni alleati potrebbero non votare la fiducia”.

Sul M5S, il presidente del Consiglio, ha ribadito: “La colpa di aver cercato l’accordo con i Cinquestelle è mia e solo mia. Faccio il mea culpa” perché a loro “le unioni civili non interessano niente”. Le parole di Renzi però cozzano con quelle di Luigi Di Maio, che ha smentito il fatto che il Pd abbia mai avviato un accordo.

Insoddisfazione tra gli esponenti della minoranza, con il senatore Miguel Gotor dice: “Renzi ha scelto di consegnarsi mani e piedi a Ncd ed è un errore. La decisione del presidente Grasso che ha giudicato inammissibili tutti i canguri e la chiara presa di posizione del M5s sono lì a dimostrare che un’altra strada era percorribile: quella del Parlamento che avrebbe potuto portare all’approvazione del ddl, adozioni comprese. Per noi adesso è determinante che il maxiemendamento non ostacoli l’attività della magistratura in merito alle adozioni”.

Monica Cirinnà, come aveva già dichiarato lunedì, ha dato il suo placet alla fiducia. “E’ una fiducia al Paese e non al governo. Voglio chiedere a Sel di votarla”, ha spiegato. “Voglio evitare i voti segreti agli articoli 2 e 3 del testo”, ha sottolineato inoltre la relatrice del ddl.

Le modifiche al testo Cirinnà “introdurrebbero nuove discriminazioni per i bambini”, ha osservato però il senatore Luigi Manconi all’assemblea sottolineando la sua “scarsa fiducia” per una mediazione possibile sul ddl. Manconi, pur affermando di non condividere le posizioni del M5S, si è detto sostanzialmente “contrario allo stralcio della stepchild adoption”.

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