Terrorismo, Renzi: “La minaccia viene da dentro. Non si vincerà solo con armi”

di Stefania Arpaia

Torino – Dopo le dichiarazioni del presidente francese, Francois Hollande, e di Vladimir Putin, è difficile pensare che la guerra possa essere evitata. Ora l’interrogativo da porsi è: “Quale sarà il ruolo dell’Italia?”.

Il premier Matteo Renzi ha sottolineato che non si potrà vincere solo attraverso le armi ma è necessaria una strategia di coalizione tra i Paesi. “Bisogna essere equilibrati e avere buon senso.

Certo devi mettere in conto tutti i tipi di intervento, ma la sfida la vinci se riesci a vincere la sfida educativa, non semplicemente con le azioni militari”, sono queste le parole che Renzi ha detto intervenendo alla presentazione di Origami, il nuovo settimanale della Stampa, a  Torino.

“Quella di Parigi è una aggressione alla nostra identità. Sono molto prudente sulle parole. Capisco chi utilizza la parola guerra ma io non la uso. E’ evidente che l’attacco di Parigi è strutturalmente un attacco militare – ha spiegato – E’ una gigantesca aggressione all’idea stessa della nostra identità”.

“Contro il terrorismo – ha aggiunto – serve certamente una reazione militare, ma non è sufficiente e bisogna fare attenzione ad evitare una “Libia-bis”. Serve una soluzione, un accordo sulla Libia. Si può immaginare un maggior ruolo anche dell’italia nell’accompagnare un governo che si sia insediato in Libia”.

Poi in merito alla Russia ha detto: “Sì che possiamo fidarci di Putin. Sarebbe stato assurdo alzare una cortina di ferro tra noi e la Russia. Non possiamo immaginare di costruire l’identità dell’Europa contro la Russia. E’ assolutamente cruciale che anche Putin partecipi a questa fase”.

E sul terrorismo: “Nessuno di noi si può permettere il lusso di dire tranquilli non c’è pericolo: chi lo dice vive su Marte. Hanno colpito persino in Australia. Nessuno può pensare di essere immune dal pericolo terrorismo.

Se dici ‘chiudi le frontiere’, come alcuni hanno fatto in questi giorni, dovresti dire che lo fai per tenerli dentro, perché gli assassini nella stragrande maggioranza dei casi sono nati e cresciuti in Europa . La minaccia viene da dentro”, ha concluso.

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