Papa Francesco a Fao: “Fame e povertà sono problemi sociali e strutturali”

di Stefania Arpaia

Roma – Papa Francesco è tornato a parlare della fame nel mondo, una delle piaghe che affligge il pianeta e che provoca milioni di morti ogni anno.

“L’accesso al cibo è un diritto per tutti e chiunque, in futuro, dovrebbe poter avere a disposizione l’acqua – ha detto Bergoglio ai delegati della Fao in udienza in Vaticano – E’ importante non tralasciare l’obbligo di debellare la fame e prevenire la malnutrizione”.

“La povertà è un problema sociale dei singoli Paesi colpiti dalla crisi, ma è anche un “problema strutturale” del mondo. Fare i conti con la malnutrizione e la miseria è impopolare nell’arco di un mandato legislativo o presidenziale, in cui non c’è volontà di assumere impegni vincolanti. Contro la povertà non bastano politiche sociali”.

“Non si tratta solo di aggiornare i dati – ha aggiunto duramente il Pontefice – Le proiezioni della Fao dicono che entro il 2050, con 9 miliardi di abitanti sul pianeta, la produzione deve aumentare e addirittura raddoppiare. Invece di impressionarci di fronte ai dati, modifichiamo il nostro rapporto con le risorse naturali, l’uso dei terreni, i consumi, eliminiamo lo sperpero: così sconfiggeremo la fame”.

“Bisogna fermare l’accaparramento della terra da parte delle multinazionali, che la sottraggono a popoli e persone.  Quello che preoccupa sono i cambiamenti climatici ma non dobbiamo dimenticare la speculazione finanziaria”, ha proseguito.

La soluzione secondo Papa Francesco è la sobrietà. “Quello che serve è la sobrietà, che non si oppone allo sviluppo. E’ ormai evidente che è diventata sua condizione. Per la Fao ciò significa anche proseguire nella decentralizzazione, per stare in mezzo al mondo rurale e capire i bisogni della gente che è chiamata a servire”, ha concluso.

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