Minoranza Pd sulla legge elettorale: “Prima riforma Senato”

di Mena Grimaldi

 Roma. La minoranza Pd continua a insistere perché il partito porti avanti tre correzioni alla legge elettorale, da domani in Aula, considerate “irrinunciabili”.

Si tratta della garanzia sulla parità di genere, le primarie obbligatorie anche se con deroga per la prima consultazione e il ‘lodo Lauricella’, che prevede l’entrata in vigore del nuovo sistema solo dopo la riforma del Senato.

E’ questo l’orientamento emerso nella riunione di questo pomeriggio alla Camera dell’area Gianni Cuperlo, in vista dell’assemblea del gruppo di stasera con Matteo Renzi. A spiegare il sensodell’iniziativa della sinistra del partito di insistere sui trepunti è stato Cuperlo, che nel pomeriggio ha anche incontrato il premier Enrico Letta.

“Il nostro obiettivo è aiutare Renzia portare in porto la riforma elettorale che è un pezzo delpacchetto complessivo delle riforme istituzionali” ha detto Cuperlo, smentendo così che lo scopo fosse quellodi mettere i bastoni tra le ruote alleader Pd.

Un atteggiamento, quello della minoranza, considerato “costruttivo” dalla responsabile delle riforme del Pd, Maria Elena Boschi:”Ho parlato con D’Attorre. Il criterio secondo cui si cambia qualcosa solo conl’accordo di tutti rimane e da partedella minoranza non viene messo in discussione”.

Intanto, un nuovo impasse alla Camera sul percorso dell’Italicum. A frenare l’approdo in aula questa volta è un algoritmo: ossia la formula matematica per ripartire i voti presi dai partiti alle elezioni in seggi.

Pd e Fi, rendendosi conto di una ‘falla’ nel testo base, hanno deciso di presentare una riformulazione attraverso un emendamento del relatore Francesco Paolo Sisto che però ancora non è stato depositato al Comitato dei 9 della commissione Affari costituzionali perché Ncd si è messo di traverso.

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