Sarah Scazzi, respinta l’istanza di scarcerazione di Sabrina Misseri

di Mena Grimaldi

 Taranto. Anche la Corte d’Assise dice no: Sabrina Misseri resta in carcere. Non accettata, dunque, l’istanza di scarcerazione da parte dei legali della giovane accusata di aver ucciso la cugina, Sarah Scazzi, e in carcere con la madre Cosima Serrano.

Analogo verdetto era stato pronunciato della Procura di Taranto. L’istanza per la libertà di Sabrina era stata presentata nei giorni scorsi dagli avvocati Franco Coppi e Nicola Marseglia, i quali, nel depositare la richiesta di scarcerazione, hanno evidenziato come non vi sarebbero al momento esigenze cautelari per tenere ancora dietro le sbarre la 24enne.

“E’ contrario a ogni principio giuridico – aveva spiegato Coppi motivando la richiesta di scarcerazione – che una persona debba aspettare la fine del processo in carcere senza che ci siano le esigenze cautelari e soprattutto in questo caso dove dopo 9 mesi ancora non conosce le motivazioni della sua condanna”.

Il deposito delle motivazioni della sentenza dovrebbe essere però vicino se si considera anche che il presidente della corte d’assise, Cesarina Trunfio, che sta redigendo le motivazioni della sentenza, è stata esonerata dal presiedere il tribunale collegiale fino al 22 gennaio prossimo. Per Coppi diversi sono i motivi per i quali Sabrina dovrebbe essere scarcerata in attesa di una condanna definitiva. Il primo è la natura dell’omicidio: avvenuto per impeto, quindi, non premeditato.

“Dunque anche per l’accusa non ci può essere la reiterazione del reato – ha detto Coppi – e non parliamo della fuga. Dove vuoi che possa andare una persona come Sabrina ormai conosciuta ovunque, senza mezzi e sola”.

Appena ricevuta l’istanza di scarcerazione, i pm si sono pronunciati subito. Il loro parere, non vincolante, e’ stato quindi trasmesso alla Corte d’Assise che oggi si è pronunciata.

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