“Donne che alimentano la speranza”, incontro con Suor Rita Giaretta

di Redazione

Suor Rita GiarettaPARETE. In Terra di Gomorra c’è chi ancora vuole sperare. C’è chi ancora vuole incontrare la parte buona di questa terra, in un momento in cui si parla solo al negativo.

E’ quello che si andrà a fare a Parete dove l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Raffaele Vitale, su interessamento dell’assessore alle politiche sociali, Marilena D’Angiolella, ha organizzato un incontro-testimonianza con Suor Rita Giaretta, responsabile di “Casa Rut” Caserta, in programma giovedì 26 settembre, alle ore 18, nella biblioteca comunale di piazza Berlinguer.

Sono tanti i punti in comune tra l’operato dell’amministrazione Vitale e i punti cardine che fanno della orsolina la suora ‘antiracket’, la ‘sindacalista di Dio’ come l’hanno definita ai giornali. “Donne che alimentano la speranza”, questo il titolo dell’incontro. E di speranza Suor Rita ne fa rinascere davvero tanta tra le mura di “Casa Rut”, se si pensa alla triste realtà sempre attuale della violenza contro le donne che ritrovano dignità nel centro di Caserta, pensiamo alla lotta per i diritti umani dei numerosi migranti presenti sul nostro territorio impegnandosi in prima persona con le istituzioni.

Di recente, in occasione della visita della ministra Kyenge, Suor Rita le ha donato un grembiule realizzato a mano dalle donne migranti accolte nella sua “casa” e che vengono addestrate al lavoro nel bellissimo laboratorio di sartoria etnica neWhope. Alla ministra è stato chiesto di essere al servizio di tutti e in modo particolare di impegnarsi per la legge che riconosca il diritto di cittadinanza a tutti i bambini che nascono in Italia.

Un altro punto in comune con Parete, poco tempo introdotto in un Consiglio comunale aperto, è la cittadinanza onoraria per “ius soli” ai bambini di origine straniera che risiedono sul territorio. Alla ministra è stato donato un grembiule, lo stesso donato al sindaco Vitale e a diversi politici perché non dimentichino mai che chi ha il privilegio di ricoprire cariche istituzionali deve essere al servizio delle persone e dei loro diritti.

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